AGESCI -- ROUTE nazionale delle Comunità Capi

" Città delle tende "

  in   il regno-attualità 16 / '97

A distanza di oltre vent'anni dalla stesura del Patto associativo- il documento base del 1974 che definisce l'identita' associativa-, l'Agesci si e' incontrata con le comunita' capi in route nazionale ai Piani di Verteglia e d'Ischia (AV), dal 2 al 9 agosto scorsi. "Strade e pensieri per domani", il Leit-motiv che ha accompagnato i momenti e le iniziative dell'intera settimana. Il luogo scelto, l'Irpinia, riporta alla memoria l'intervento dell'Agesci (chiamato all'epoca "Operazione arcobaleno"), dopo il terremoto del 1980, quando oltre diecimila scout vennero qui per contribuire all'assistenza e alla ricostruzione delle aree terremotate. Si e' voluto, inoltre, scommettere sulla possibilita' di ospitare un notevole numero di persone (dieci-dodicimila), fornendo strutture capaci di garantire i servizi essenziali, limitando il piu' possibile i rischi dell'impatto ambientale. Una sorta di "esercitazione" nel concreto: la proposta, cioe', di un modello di insediamento d'emergenza, una "citta' di tende" suddivisa in sottocampi, veri quartieri della citta' con la loro autonomia gestionale, la distibuzione di servizi, i collegamenti. L'idea della route nazionale risale al Consiglio generale dell'Agesci del 1994.

In quella sede vennero identificati alcuni obiettivi principali:
  1. rileggere la storia dello scoutismo per definire meglio i punti qualificanti l'Associazione e il modo di essere dell'Agesci a livello sociale ed ecclesiale negli anni futuri
  2. orientare e sostenere il cammino di formazione di educatori chiamati a essere sempre piu' testimoni credibili e propositivi, al servizio di un ideale, attraverso un metodo originale
  3. mettere in evidenza le sfide in ambito educativo, valorizzando e reinterpretando nell'oggi il patrimonio di contenuti e di metodo che l'Agesci ha elaborato in questi anni per il mondo giovanile
Questi obiettivi-temi, cosi' vasti, sono stati raccolti successivamente intorno a sei nuclei, le "chiamate" (partecipazione sociale e civile, appartenenza ecclesiale, solidarieta' e apertura alla diversita', autoeducazione e coeducazione, fraternita' internazionale, ambiente) che hanno costituito, per le varie comunita' capi, la traccia di un lavoro di approfondimento e di riflessione durato un anno.

I due tempi

Nella prima parte della route, che si e' svolta nelle diverse regioni italiane alla scoperta di ricchezze culturali e di "maestri di vita", ogni "comunita' di formazione" (tre-quattro comunita' capi di diversa provenienza) ha elaborato uno schema comune (la "tesi") sulla base del lavoro annuale sul tema scelto. I contributi di tutti costituiranno il materiale di partenza per le future scelte dell'Agesci a livello nazionale.

La seconda parte (il campo fisso ai Piani di Verteglia e d'Ischia) ha avuto nei fuochi incrociati e nei laboratori i luoghi di maggiore partecipazione e interesse personale. I "fuochi incrociati" (1) sono stati pensati come riflettori sui grandi temi che coinvolgono la societa'. La finalita' non era contrapporre tesi quanto ottenere informazioni e idee da persone di diversa esperienza, ruolo, professione, impegno sociale, per cogliere meglio la complessita' dei problemi e i cambiamenti possibili. I "laboratori" (2) hanno avuto maggiore attenzione, secondo il metodo scout, all'applicazione concreta, proponendo progetti, tecniche, sperimentazioni: dalle costruzioni alle danze, ai burattini, ai metodi di animazione, alla gestualita' liturgica. Laboratori per fare ma anche "per pensare": scambio di esperienze, informazioni, rilettura delle fonti, analisi dei comportamenti giovanili.

La proposta spirituale della grande veglia del giovedi' sera, ideata sul coinvolgimento delle persone piu' che sul ricorso alla tecnologia, e' riuscita in pieno. Il titolo un po' enigmatico: "Le cose che alla vita abbisognano in questi 'pistilenziosi' tempi", ovvero "Perdoniamo tutti i corridori" e' stato semplificato e tradotto in canti, gesti, racconti, silenzi. La messa, presieduta dal card. Angelo Sodano, e la preghiera interreligiosa che ha concluso la route hanno confermato l'impegno spirituale ed ecclesiale dell'Agesci. "Voi costituite un'associazione cattolica - ha ricordato Sodano nell'omelia -, siate fieri di questa identità e conservatela come un tesoro. Il papa, nel messaggio letto all'inizio della celebrazione, ha parlato di "collaborazione preziosa per la chiesa e per tutta la societa' italiana nella missione educatrice". Un servizio educativo che esige "un cammino di crescita spirituale e umana per essere testimoni credibili dei valori proposti". La diversita' delle culture e delle storie personali che oggi si intrecciano anche in Italia sono una sfida alla capacita' di dialogo rispettoso e all'ascolto della diversita' dell'altro.

L'icona di Gesu' maestro, presente nelle tende-chiesa di ogni sottocampo, e il monastero allestito in stile scout, con la presenza della comunita' di Sant'Antimo (da anni punto di riferimento per ritiri spirituali scout) e delle suore della Santa Croce di Gerusalemme (la congregazione di p. J. Sevin, uno dei fondatori degli Scouts de France e della Conferenza internazionale cattolica dello scoutismo), hanno proposto la spiritualita' biblica dell'ascolto.

Parole

Non va trascurato il ruolo "politico" della route: il raduno si e' aperto con la presenza di Prodi e di Mancino e si e' chiuso con un intervento di Luciano Violante. Prodi ha ringraziato le comunita' capi dell'Agesci per i grandi sacrifici quotidiani a favore del paese, per "la gratuita', l'amore ma anche per la disciplina e la severita'". Ha richiamato, inoltre, l'attenzione alla politica come "maniera esigente di vivere l'impegno cristiano", al futuro dell'Europa legato "ai valori della solidarieta'" e alla riforma dello stato sociale come "la grande conquista del XX secolo".

Mancino, ricordando l'intervento degli scout in Irpinia nel 1980, ha sottolineato l'attualita' dell'Agesci: "Credo sia definitivamente tramontato il tempo in cui l'arroganza di una certa cultura sociologica considerava irrimediabilmente superata l'esperienza scoutistica". L'Agesci, invece, "ha riscoperto il gusto classico dell'utopia", trovando nella fede cattolica "una vocazione all'apertura e al dialogo". Infine, Violante, nella mattinata conclusiva, ha indicato le metafore di Ulisse e di Teseo come interpretative dell'oggi sociale e politico, invitando gli scout a imitare il mito di Teseo per "ricostruire una gerarchia di valori, una classe dirigente degna di questo nome". "Teseo -- ha spiegato Violante -- per salvare i giovani della sua citta', non esita a entrare nel labirinto, a sconfiggere il Minotauro, a liberare anche la sua patria dal tributo che doveva essere pagato a Creta. Teseo e' il simbolo del coraggio, ma non opera da solo. Con lui opera Arianna, simbolo dell'intelligenza che nelle imprese difficili deve essere sempre accompagnata alla forza".

Il dopo route, per l'Associazione e per molti capi scout, significa un ricominciare nuovo all'insegna della carica e dell'entusiasmo che il raduno in Irpinia ha saputo comunicare. Un'esperienza positiva che non ha nascosto, tuttavia, anche i problemi, non nuovi, che l'Agesci ha davanti a se'. Tra questi: la questione del metodo educativo, l'equilibrio tra unita' e frammentazione dello scoutismo, l'autofinanziamento dell'Associazione, la figura dell'AE (assistente ecclesiastico).

Problemi e futuro

1) Nell'ultimo decennio si sono verificati cambiamenti significativi nello stile di vita dei ragazzi a livello relazionale e valoriale. Sono venuti a mancare riferimenti oggettivi e criteri educativi in passato indiscutibili. Ci si pu• chiedere se le colonne portanti della struttura educativa scout o i riferimenti classici del confronto (se stessi, gli altri, il mondo) contengano ancora una capacita' interpretativa sufficiente. Al grande impegno in analisi d'ambiente, non sempre corrisponde la capacita' di elaborare proposte adeguate alle esigenze dei ragazzi. C'e' chi ritiene che l'Agesci, in questi ultimi anni, si sia maggiormente preoccupata di far crescere un'organizzazione piuttosto che stimolare una revisione del progetto educativo. A questo va aggiunto il problema formativo dei capi e il loro frequente ricambio per mancanza di tenuta nei tempi lunghi.

2) nota la presenza di gruppi di ispirazione scoutistica che non si ritrovano nella struttura e nelle scelte dell'Agesci. Come impostare un dialogo costruttivo, come capire e valorizzare chi ha fatto altri percorsi? E' possibile un reale incontro tra gruppi, metodi e sensibilita' diverse, pur all'interno di un nucleo ispirante comune?

3) L'Agesci si sostiene con i censimenti annuali degli iscritti (circa duecentomila nel 1996); per le attivita' locali le varie unita' intervengono con iniziative di autofinanziamento. Il problema economico sara' sempre piu' rilevante nel futuro e, probabilmente, il concetto di autofinanziamento, da mantenere per il suo valore educativo, potra' risultare insufficiente per nuovi e futuri progetti.

4) Il calo progressivo di sacerdoti e di religiosi impone un ripensamento della presenza e del ruolo del prete all'interno dell'Associazione. La ministerialita', al centro dell'attuale riflessione teologica e pastorale, letta in relazione allo scoutismo, potrebbe aprire prospettive nuove. Gli orizzonti dell'impegno per il futuro sono stati identificati da Edo Patriarca e Paola Trenti -- attuali presidenti nazionali dell'Agesci -- nella loro sintesi conclusiva:
  1. l'urgenza di avviare una riflessione approfondita sul tema della famiglia; raccogliere la sfida dei ragazzi di altre religioni che si avvicinano all'associazione
  2. una maggiore presenza e impegno nel dibattito sulle politiche sociali, dove l'Agesci mostra la propria fragilita' a tradurre l'esperienza educativa in offerta politica per una trasformazione qualitativa delle città
  3. il contributo per una riflessione piu' attenta verso il mondo dell'adolescenza, in cui maggiori sono le difficolta' di tenuta dell'Agesci
  4. l'attenzione ad approfondire il ruolo svolto nelle chiese locali in cui si e' inseriti: a volte si vive la rassegnazione a una certa marginalita' o a una mancata valorizzazione
  5. infine, la dimensione internazionale la cui cura allarga gli sguardi oltre gli steccati, aiuta a costruire una societa' piu' accogliente, ad essere solidali, ad amare il pianeta come la casa di tutti. Sono gli orizzonti che confermano le buone ragioni per continuare a vivere l'avventura scout con entusiasmo e spirito di servizio. Riassume l'impegno per il futuro il mandato del papa, contenuto nel messaggio all'Agesci: "Come una sentinella sappiate scrutare l'orizzonte per discernere tempestivamente le frontiere sempre nuove verso cui lo Spirito del Signore ci chiama"
Pierluigi Cabri

(1) "Fuochi incrociati", il nome scelto per le dieci tavole rotonde tenutesi nella mattinata del 7 agosto su alcuni temi specifici: Lavoro e occupazione; La scuola; Chiesa e societa' postcristiana; Famiglia, famiglie; L'ambiente; Legalita' e giustizia; Economia; Immigrazione; Patria e federalismo; Donne e uomini.
Tra i relatori ricordiamo: Treu e Ronchi (ministri), Fassino (sottosegretario agli Esteri), mons. Nogaro (vescovo di Caserta), don Ciotti (Gruppo Abele), Badaloni (presidente Regione Lazio), Zamagni e Lanza (economisti), Bianchi (Comunita' di Bose), Martirani (Universita' di Napoli), Militello (teologa).
(2) I laboratori, condotti nei pomeriggi del 7 e 8 agosto, sono stati ca. 300, divisi in sei grandi settori (corrispondenti alle "chiamate"): Verdeavventura; Donne e uomini, non gente; Il corpo e le membra; Noi, voi, tutti; Pace, libero tutti; Solidi e solidali.
il regno-attualita' 16 / '97