Super Peter Pan


Un'indagine dell'Eurisko fotografa i ragazzi tra gli 11 e i 24 anni. Tutti vogliono crescere. Chiedono più autonomia. Hanno pochi valori. E sognano di fare molti soldi.
di Giovanna Zucconi     in "L'Espresso" 23 ottobre 2003

Tu non mi capisci, io a voi non vi capisco. Che cosa c'è di nuovo? Il muro di mutismo e di reciproca incomprensione fra adolescenti e adulti è un classico, però è un classico in evoluzione. Niente cambia ma tutto cambia, e la ricerca biennale che l'Eurisko compie ormai da un decennio è un buon osservatorio per monitorare i sussulti dell'eternamente ignoto Pianeta Teenager: annettendo ai teenager, almeno come sponde di confronto, anche chi ha fra gli 11 e i 13 anni o fra i 20 e i 24.

Di nuovo c'è che al rosario delle lamentele scambievoli (tu non mi capisci, io a voi non vi capisco) si aggiunge una giaculatori inedita: io non mi capisco. Sostiene Eurisko, per voce di Giuseppe Minoia che con Rosanna Savoldelli ha condotto l'edizione 2003 della ricerca, che i quattordici-diciannovenni faticano più di prima a esprimere desideri, valori, conflitti, obiettivi. La chiamano "mutacità", è una variante più radicale, e forse più sconsolata, della tradizionale mancanza di dialogo fra generazioni. Si desidera semplicemente, e senza consapevolezza critica, quello che desiderano i coetanei, in un sempre più rilevante (e rilevato) intruppamento nel "così fan tutti".

Generazione Boh, titolerebbero forse i giornali sempre in cerca di etichette. Ma le interviste a un campione di 2.600 giovanissimi e i focus group qualitativi, dimostrano che gli adolescenti d'Italia sono forse inespressivi, ma tutt'altro che inesplorabili. Per esempio non sono, come comunemente si crede, dei Peter Pan. Voglia di crescere ne hanno, eccome. Voglia di libertà dai genitori pure, anche se è intesa in termini soltanto pratici, come libertà di movimento e di consumo (con il portamonete adeguatamente rifornito: i 14-19 hanno a disposizione in media 128 euro al mese, che salgono a 422 fra i 20-24 anni quando circa la metà lavorano). In apparenza non c'è conflitto, nessuna ribellione, i matusa portano ormai le stesse felpe e le stesse scarpe sportive. Tutti i teenager italiani ma anche il 90 per cento dei 20-24enni vivono in famiglia ( le medie europeee, che riguardano l'età tra i 16 ai trent'anni, vanno dal 23 per cento della Finlandia al 65 dell'Italia). E ci vivono felici e contenti, o almeno in una quieta non belligeranza, se otto su dieci dichiarano che con mamma e papà vanno abbastanza o molto d'accordo. Ma d'accordo come, perché, con quali ambizioni e prospettive? Boh! Ovvero, in traduzione (una ricerca come quella di Eurisko è sostanzialmente una grande, ardua opera di traduzione): c'è un nitido spartiacque fra chi frequenta la scuola dell'obbligo, medie superiori incluse, e chi ha già fatto la maturità. Prima c'è una sensazione di cattività, di costrizione. Dopo tutto cambia, la metamorfosi di percezioni e comportamenti è totale, niente orari, niente vincoli, niente controlli. E quindi i core teen (14-19 anni) vogliono soprattutto diventare come gli invidiati post teen (20-24 anni). Nel frattempo si pongono ben poche domande su che cosa sia giusto e che cosa sbagliato: lo «scrigno dei valori», questa è l'immagine usata da Eurisko, appare quasi vuoto, idem quello dell'immaginazione di sé, della responsabilità. «Mi adeguo alle idee del gruppo», è una frase condivisa dal 40 per cento dei teenager (nel 1999 la percentuale era del 31), i figli dei gruppettari d'antan sono "gruppari", intrisi di conformismo verso gli amici. E' lì, d'altronde, che compiono la loro educazione sentimentale: risposte sul tema non se ne trovano altrove. E l'amore, l'amore con la "A" maiuscola è lievemente in declino, mentre cresce con prepotenza il desiderio di «avere un ragazzo o una ragazza»: dunque evviva lo zapping sentimentale.

Se il clima generale è meno frizzante, e l'edonismo è appannato, ecco che regredisce l'ambizione di «godere i piaceri della vita» o «avere una vita comoda», finora in impennata. Altrettanto per il mito del posto fisso, in declino (dal 53 al 43 per cento negli ultimi otto anni), mentre cresce il desiderio di lavoro indipendente. Ma «guadagnare molto denaro», quello sì che resiste. Per farsene che cosa? Prima di diventare post teen o addirittura grandi, il centinaio di euro al mese viene speso per i bisogni primari. Nell'ordine: comunicare (la ricarica del cellulare è al primo posto), nutrirsi (molti snack e happy hour, «alimentazione controgenitoriale»; qualità e slow food esistono dai vent'anni in su), vestirsi nell'abbigliamento, apprendiamo, i codici «tendono ad essere puttogether», a mettere insieme citazioni e stili vari; ma forse è più interessante sapere che per il mercato del lusso l'età si abbassa, e per un quarto riguarda chi ha meno di 25 anni.

principali valori della vita per i ragazzi dai 14 ai 19 anni, dati in percentuale
Affermarsi con i propri meriti ................... 38
Amicizia ......................................... 83
Amore ............................. 61
Benessere della famiglia .......................... 52
Conoscere nuove persone ................. 35
godere i piaceri della vita ................... 37
Leggere, studiare, conoscere ................... 37
Salute ................................. 67
Trovare un posto di lavoro sicuro ..................... 43
Viaggare e conoscere il mondo ................... 40

Come sempre nelle classifiche, comunque, le cose interessanti non sono ai vertici, ma più in basso; per esempio il crollo dal 12 al 6 per cento nell'acquisto di libri non scolastici fra gli 11-13 e i 14-19 ( e che dire del 4 per cento di bambini fra i 4 e i 6 anni che possiedono il telefonino?).

A proposito di precocità, anche i più giovani sanno capire e maneggiare la complessità. Però si guardano bene dall'assumere responsabilità. I temi etici, è la brutale dizione, «sono lontani dal loro paradigma». Ma come, e il volontariato, il movimento no global, il no logo?

Tempo medio dedicato a varie attività in casa o fuori durante un giorno feriale
Scuola/lavoro 4 ore 45'
Relazioni con gli amici/divertimenti/passatempi/svaghi 3 ore 45'
Studio 2 ore 52'
Guardare/ascoltare la tv 1 ore 57'
Ascoltare la radio 1 ora 10'
Sport/ginnastica 24'
Lettura quotidiani, riviste, giornali, libri 18'
internet 10'

Mentre gli adulti, anche a causa della crisi, si pongono il problema della qualità del consumo, i teenagers no, non sono più consapevoli di prima neanche sul piano ambientalistico: anzi, il marchio è d'obbligo, la differenza tra autentico e taroccato è uno strumento di riconoscimento e confronto. E l'impegno politico e sociale è in calo, è una faccenda marginale; cresce con l'età ma riguarda soltanto i più evoluti, queli che nella tassonomia dell'Eurisko si chiamano "valoriali" o "progettuali". E' stabile la fiducia (teorica, senza impegno personale) verso enti e personaggi no profit, dal papa all'Onu, mentre paradossalmente tiene il rapporto con le istituzioni statali, la scuola, la polizia, i carabinieri; e la fede religiosa, che riguarda un ragazzo su cinque, è in lieve aumento.

Per tutti il futuro è sempre più un'incognita, buio assoluto per il 40 per cento, idee vaghe per un altro 40; solo due su dieci dicono di sapere che lavoro faranno, con buona pace dell'orientamento professionale precocissimo previsto dalla scuola morattiana. Intanto snobbano i lavoretti per arrotondare, come pure i mezzi pubblici: i teenagers camminano pur di non prendere il tram che è considerato da sfigati e, con inconsapevole e inespresso razzismo, da extracomunitari.


Personaggio preferito dai ragazzi dai 14 ai 19anni. Dati in percentuale
Claudio Bisio ________________ 35
Paolo Bonolis ____________ 25
Daniele Bossari
Maria De Filippi
_____ 11
Elisabetta Canalis ______ 12
Gialappa's
Ezio Greggio
Fiorello
Alessia Marcuzzi
_________ 18
Michelle Hunziker __________________ 36
Enzo Iachetti
Gerry Scotti
_______ 14
Luca Laurenti __________ 20
Luciana Littizzetto
Simona Ventura
_______ 15

Intanto ingurgitano un certo tipo di tv, soprattutto programmi comici, musicali e sportivi oltre a telefilm e a relity show (ignorando la Rai, portatrice, pare, di un bon ton estraneo ai giovanissimi): ma il futuro è nell'intrattenimento fai-da-te, nel computer collegato a internet che serve a tutto, musica e chat, film e radio. Raddoppia il valore della bellezza, e stupirebbe il contrario. Però tv privata, industriali e partiti politici sono agli ultimi tre posti della fiducia. Chi detiene il primato proprio in questi tre ambiti tragga le sue conseguenze.

I MAGNIFICI SETTE
Tanti sono i gruppi in cui possono essere suddivisi i teenagers. Con molte differenze tra il Nord e il Sud.

Sono sette, come le meraviglie e le virtù ma anche come i vizi capitali, i gruppi cui secondo Eurisko si suddivide l'universo dei teenagers. E chissà se il sette, numero fatato, compirà la magia di rendere intelligibili gli adolescenti. O forse il miracolo è affidato alle parole, alle definizioni usate per imbrigliare, incanalandolo in categorie, il magma esistenziale dei giovanissimi. Qualche puntello numerico e lessicale può aiutare a diradare il mistero di quei milioni di sconosciuti che vivono nelle nostre case, chiusi dietro le porte delle loro camerette. Primo, sono sempre di meno: nel 1991 gli italiani fra gli 11 e i 24 erano 11.900.000, dieci anni dopo 8.863.000. Secondo sono core teen e poi post teen, che tradotto dall'angloide dei ricercatori significa adolescenti veri e propri fra i 14 e i 19 anni (il "core di mamma" non c'entra niente, anche se poi si scopre che c'entra ancora fin troppo), e quasi-adulti dai 20 ai 24. Gusti e ambizioni dipendono dall'età, dal sesso e dal livello economico e culturale della famiglia: così la confusa colata lavica dei teenager si coagula appunto in sette categorie.

i valoriali

Ovvero i ragazzi con lo zainetto, i "bravi ragazzi" in versione 2003: sportivi, di sani principi, non in conflitto con i genitori, seri a scuola. Vedono (telefilm e programmi comici), sentono (molta musica), parlano (non troppo, però). Leggono più della media, hanno cellulare e computer. Giovanissimi studenti liceali, di condizione sociale medio-elevata, soprattutto del Nord, soprattutto urbani, sono il 5 per cento del totale.

i gruppari

Bassa l'età (14-17), basso anche lo status. Concentrati nel Centro-sud, frequentano scuole professionali e istituti tecnici: Gregari al gruppo degli amici, vogliono principalmente diverstirsi: e la famiglia è d'impiccio. Leggono la stampa sportiva, in tv guardano tantissimo calcio (oltre ai comici e ai film d'avventura). Passione per telefonini e internet, stanno molto fuori casa. Vogliono l'autonomia ma non sanno spiegare come e perché. Sono l'8 per cento.

le sottomesse

Quasi tutte ragazze, fra i 14 e i 16 anni, molte del Sud, molte di piccoli centri, status basso. Tre su quattro studiano (medie, magistrali, professionali), una su quattro non studia né lavora. La famiglia tradizionale è un vincolo, evadono grazie all'amicizia: uno scambio di sms fa sentire libere. Grandi telesognatrici, guardano la tv più della media. Ma non padroneggiano le nuove tecnologie. Sono il 7 per cento.

le seduttive

Ragazze più grandi, 18 anni in media, provengono da famiglie di livello socio-culturale medio, spesso del Centro-sud. Aspirano al posto sicuro, alla vita comoda, al benessere. Investono sulla bellezza e sulla forma fisica: il corpo è il loro biglietto da visita. Molta tv, riviste femminili e di moda. Sono il 12 per cento.

gli occupati

Sono già esclusi dagli entusiasmi dei teenager: più grandi (20-24), di istruzione bassa, lavorano ma non certo per passione. Nessun interesse culturale, molto interesse per vestiti e telefonini: Ascoltano la radio, da internet sono tagliati fuori. Sono il 29 per cento

le progettuali

Hanno le idee chiare: vogliono l'indipendenza economica, in lavoro qualificante. 21-24enni, vivono nelle grandi città del Nord, in armonia con famiglia, amici, partner. SAtudiano, lavorano. Sono il 19 per cento.

gli internauti

E' una élite, ma abbastanza numerosa (20 per cento). Soprattutto maschi 18.21enni, di status elevato, che studiano e abitano al Centro-nord in città medie e grandi. "Navigano" liberamente nella vita come nella Rete, tanti impulsi, tanti interessi, tante curiosità. Ludico-individualisti per scelta.