I N D I A N I
Descrizione del Documento.: Due versioni dello storico dialogo tra il Capo tribu` dei Sioux Seattle ed il presidente
degli Stati Uniti, Franklin Pierce in merito alla cessione del territorio Sioux e della costituzione di una riserva.
La prima, quasi sicuramente l'originale, come proclama, la seconda adattata dal giornalista come colloquio a due.
Contenuti Educativi : Testo molto significativo per l'educazione ambientale.
Eventuali Curatori dei testi:
Cognome e Nome..: Luigi Compagnone
Cognome e Nome..: Sandro Pase
Nodo ScoutNet...: 1907:395/202.86
A.- "NOI SIAMO UNA PARTE DELLA TERRA"
Nel 1854, il "Grande Capo Bianco" di
Washington si offri` di acquistare una parte del territorio indiano e promise di
istituirvi una "Riserva" per il popolo indiano. La risposta del
"Capo" Seattle e` stata descritta
come la piu` bella e la piu` profonda Dichiarazione mai fatta sull'ambiente.
"Come potete acquistare o vendere il cielo, il
calore della terra? L'idea ci sembra strana. Se noi non possediamo la freschezza
dell'aria, lo scintillio dell'acqua sotto il sole, com'e` che voi potete
acquistarli? Ogni parco di questa terra e` sacro per il mio popolo. Ogni lucente
ago di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma dei boschi ombrosi, ogni
radura ed ogni ronzio degli insetti e` sacro nel ricordo e nell'esperienza del
mio popolo. La linfa che cola negli alberi porta con se` il ricordo dell'uomo
rosso. I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a
passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai questa terra
magnifica, perche` essa e` la madre dell'uomo rosso. Noi siamo una parte della
terra, e la terra fa parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli; il
cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli, la cresta rocciosa, il
verde dei prati, il calore dei pony, e l'uomo appartengono tutti alla stessa
famiglia. Per questo, quando il Grande Capo Bianco di Washington ci manda a dire
che vuol acquistare la nostra terra ci chiede una grossa parte di noi. Il Grande
Capo ci manda a dire che ci riservera` uno spazio per muoverci affinche`
possiamo vivere confortevolmente tra di noi. Egli sara` il nostro padre, noi
saremo i suoi figli. Prenderemo, dunque in considerazione la vostra offerta ma
non sara` facile accettarla. Questa terra, per noi, e` sacra. Quest'acqua
scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non e`
solamente acqua, per noi e` qualcosa di immensamente piu` significativo; e` il
sangue dei nostri padri.
Se noi vi vendiamo le nostre terre, voi dovrete
ricordarvi che esse sono sacre, dovrete insegnare ai vostri figli che e` terra
sacra e che ogni riflesso nell'acqua chiara dei laghi parla di avvenimenti e di
ricordi della vita del mio popolo. Il mormorio dell'acqua e` la voce del padre
di mio padre. I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete. I
fiumi sostengono le nostre canoe, sfamano i nostri figli. Se vi vendiamo le
nostre terre, voi dovrete ricordarvi, ed insegnarlo ai vostri figli, che i fiumi
sono i nostri, e i vostri fratelli e dovrete dimostrare per i fiumi lo stesso
affetto che dimostrereste ad un fratello.
Sappiamo che l'uomo bianco non
comprende i nostri costumi. Per lui una parte di terra e` uguale all'altra,
perche` e` come uno straniero che arriva di notte ed alloggia nel posto che piu`
gli conviene. La terra non e` un suo fratello, anzi e` un suo nemico e quando
l'ha conquistata va oltre piu` lontano. Abbandona la tomba dei suoi avi e di
cio` certo non se ne preoccupa. La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi
figli cadono nell'oblio. Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo,
come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere come
si fa con i montoni o con le pietre preziose. Il suo appetito divorera` tutta la
terra e a lui non restera` che il deserto. Io non so. I nostri morti sono
diversi dai vostri. La vista delle vostre citta` fa male agli occhi dell'uomo
rosso.
Ma forse cio` e` perche` l'uomo rosso e` un selvaggio e non puo`
capire! Non esiste un posto accessibile nelle citta` dell'uomo bianco. Non
esiste un posto per vedere le foglie ed i fiori sbocciare in primavera, o
ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse e` perche` io sono un
selvaggio e non posso capire. Il baccano sembra insultare le orecchie. E quale
interesse puo` avere l'uomo a vivere senza poter ascoltare il rumore delle capre
che succhiano l'erba o il "chiacchierio" delle rane, la notte, attorno
allo stagno?
Io sono un uomo rosso e non capisco. L'indiano preferisce il
suono dolce del vento che slanciandosi come una freccia accarezza la faccio
dello stagno, e preferisce l'odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o
profumato dal pino pieno di pigne. L'aria e` preziosa per l'uomo rosso, giacche`
tutte le cose respirano la stessa aria; le bestie, gli alberi, gli uomini tutti
respirano la stessa aria.
L'uomo bianco non sembra far caso all'aria che
respira. Come un uomo che impieghi parecchi giorni a morire resta insensibile
alle punture. Ma se noi vendiamo le nostre terre, voi dovete ricordare che
l'aria per noi e` preziosa, che l'aria divide il suo spirito con tutti quelli
che fa vivere. Il vento che ha dato il primo alto al nostro Grande Padre e` lo
stesso che ha raccolto il suo ultimo respiro. E se noi vendiamo le nostre terre
voi dovrete guardarle in modo diverso, tenerle per sacre e considerarle un posto
in cui anche l'uomo bianco possa andare a gustare il vento reso dolce dai fiori
del prato. Considereremo la vostra offerta di acquistare la nostre terre. Ma se
decidiamo di accettare la proposta io porro` una condizione: l'uomo bianco
dovra` rispettare le bestie che vivono su questa terre come se fossero suoi
fratelli.
Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto
un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria, abbandonati dall'uomo bianco
dopo che erano stati abbattuti da un treno che passava. Io sono un selvaggio e
non comprendo come il "Cavallo di ferro" tutto fumante, possa essere
piu` importante dei bisonti quando noi li uccidiamo solo per assicurarci un
mezzo per sopravvivere. Che cosa e` l'uomo senza le bestie? Se tutte le bestie
sparissero, l'uomo morirebbe di una grande solitudine nello spirito. Poiche`
cio` che accade alle bestie, prima o poi accade all'uomo. Tutte le cose sono
legate tra di loro.
Dovrete insegnare ai vostri figli che il suolo che essi
calpestano e` fatto dalle ceneri dei nostri padri. Affinche` i vostri figli
rispettino questa terra, dite loro che essa e` arricchita dalle vite della
nostra gente. Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai
nostri: che la terra e` la madre di tutti noi. Tutto cio` che di buono arriva
dalla terra, arriva anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla
terra, sputano su se` stessi. Noi almeno sappiamo questo: la terra non
appartiene all'uomo, bensi` e` l'uomo che appartiene alla terra. Questo, noi lo
sappiamo.
Tutte le cose sono legate tra loro come il sangue che unisce i
membri della stessa famiglia. Tutte le cose sono legate tra loro. Tutto cio` che
si fa per la terra, lo si fa per i suoi figli. Non e` l'uomo che ha tessuto le
trame della vita: egli ne e` soltanto un filo. Tutto cio` che egli fa alla trama
lo fa a se` stesso. Lo stesso uomo bianco, col quale il buon Dio si accompagna e
parla con lui come due amici insieme, non puo` essere dispensato dal destino
comune. Prima di tutto, forse noi siamo fratelli. Noi verremo volentieri. C'e`
una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprira` presto: il nostro
Dio e` lo stesso vostro Dio. Voi forse pensate che adesso lo possedete come
volete possedere le nostre terre; ma non lo potete. Egli e` il Dio dell'uomo, e
la sua pieta` e` uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco quanto per l'uomo
rosso. Questa terra per lui e` preziosa. Nuocere alla terra e` come ricoprire
d'ingiurie il suo Creatore. Anche i bianchi spariranno; forse prima di tutte le
altre tribu`. Infettate i vostri letti, ed una notte vi troverete soffocati dai
vostri detriti. Ma morendo voi brillerete con splendore, ardenti della forza di
Dio che vi ha portati sino a questa terra e per qualche disegno particolare vi
ha fatto dominare questa terra e l'uomo rosso. Questo destino e` per noi un
mistero, perche` non riusciamo piu` a comprendere quando i bisonti vengono
massacrati tutti, i cavalli selvaggi domati, gli angoli piu` segreti delle
foreste invasi dagli uomini, quando la viste delle colline in pieno fiore e`
imbruttita dai fili che parlano. Dov'e` finito il bosco? E' scomparso. Dov'e`
finita l'aquila? E' scomparsa.
E' la fine della vita e
l'inizio della sopravvivenza".
B.- Ecco il testo integrale dello storico dialogo tra il
capo tribu` dei Sioux Seattle ed il quattordicesimo presidente degli Stati
Uniti, Franklin Pierce
[Da Il Mattino di
Napoli - articolo di Luigi Compagnone]
Nella seconda meta` del secolo passato, ci fu un Grande Capo Pellerossa. Si
chiamava Seattle ed era un uomo saggio e civilissimo. Ma una stupida ed
interessata cultura (incultura) antropologica, ci ha sempre rappresentato la
sua gente con mentalita` barbara e feroce.
Quando, nel 1854,
il Grande Capo Bianco di Washington gli propose di vendergli una vasta zona del
territorio indiano, promettendo in cambio una
"riserva", il Grande Capo Seattle, gli dette una risposta memorabile:
- Capo Bianco di Washington: "Mi vuoi vendere una
parte del tuo
territorio?"
- Grande Capo Seattle:
"Questa idea mi sembra stana. Davvero credi di poter
comprare, o vendere, il calore della terra?"
- C.Bianco di Washington: "E perche' no?"
- Grande Capo Seattle:
"Ma perche' ogni palmo di questa terra e` sacro al mio popolo. Ogni ago
luccicante di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lama di nebbia nel bosco oscuro,
ogni radura luminosa e ogni ronzio d'insetto e` sacro nel ricordo e
nell'esperienza del mio popolo. La linfa che scorre
negli alberi reca la memoria dell'uomo rosso.
- C.Bianco di Washington: "Ma io
ti riservero` un luogo in cui voi indiani
possiate vivere comodamente"
- Grande Capo Seattle: "Cio` non sara` facile, perche'
questa terra ci e` sacra. Questa acqua scintillante che scorre nei ruscelli e
nei fiumi non e` solo acqua, ma e` il sangue dei nostri antenati. Il mormorio
delle
acque e` la voce del padre di mio padre"
- C.Bianco di Washington: "Non capisco, Grande Capo Rosso"
- Grande Capo Seattle: "Lo so che l'uomo bianco non
capisce i nostri sentimenti. Un pezzo di terra gli sembra uguale ad un altro,
perche' egli e` come uno straniero che arriva nella notte e prende dalla terra
cio` di
cui ha bisogno"
- C.Bianco di Washington:
"Questo e` vero, e mi sembra una cosa giusta"
- Grande Capo
Seattle: "Ti sembra giusta perche' la terra non e` tua sorella, ma la tua
nemica e quando l'hai conquistata vai ancora piu` lontano. L'uomo bianco tratta
sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo come cose da acquistare, da
sfruttare e vendere. Il suo appetito
divorera` la terra e lascera` dietro di lui il deserto"
- C.Bianco di Washington: "Ma noi
non abbiamo costruito il deserto. Abbiamo
e costruiremo grandi citta`"
- Grande Capo Seattle: "Si, ma la vista delle vostre
citta` fa male agli
occhi dell'uomo rosso.
- C.Bianco di
Washington: "Cio` succede perche' l'uomo rosso e` un
selvaggio e non comprende"
- Grande Capo Seattle: "L'uomo
rosso sa che non ci sono luoghi tranquilli nelle citta` dell'uomo bianco, dove
nessuno puo` ascoltare le foglie che crescono a primavera, il ronzio delle ali
di un insetto. Il fracasso delle vostre grandissime citta` non fa che insultare
le orecchie. E allora Grande Capo di Washington mi sai dire che interesse c'e` a
vivere quando non si puo` ascoltare il linguaggio solitario dei passeri o il
chiacchierio delle rane intorno ad uno stagno la notte?"
- C.Bianco di Washington: "Grande Capo Rosso, le voci della Natura
sono
belle. Ma e` bello anche il rumore delle nostre macchine"
- Grande Capo Seattle: "Ma l'indiano preferisce il
suono dolce del vento passeggia come una freccia sulla superficie dello stagno e
l'odore del vento lavato dalla pioggia di mezzogiorno o dalla resina dei pini.
Preferisce l'aria tersa"
- C.Bianco di Washington: "Anche l'uomo bianco preferisce l'aria tersa"
- Grande Capo Seattle: "No, l'uomo bianco non sembra accorgersi che
aria
respira"
- C.Bianco di Washington: "Non
e` vero, perche' noi amiamo la terra. Anche
noi sappiamo che essa appartiene all'uomo"
- Grande Capo Seattle: "Ed e` qui
che ti sbagli. La terra non appartiene all'uomo, ma e` l'uomo che appartiene
alla terra. Cio` che succede alla terra, succede ai figli della terra. Non e`
l'uomo che tesse la trama della vita: egli ne e` solamente un filo. Tutto cio`
che fa alla terra, lo fa a se stesso. Ogni offesa che lui reca alla terra, lo
reca a se
stesso. E la reca tanto all'uomo bianco quanto all'uomo rosso"
- C.Bianco di Washington: "Ma tutti e due sono fratelli, o non e` vero?"
- Grande Capo Seattle:
"Puo` darsi. Vedremo. Ma c'e` una cosa che noi sappiamo e l'uomo bianco
scoprira` forse un giorno, e cioe` che il nostro Dio e` il vostro stesso Dio.
Puo` darsi che voi pensiate attualmente di possedere Dio come volete possedere
la nostra terra. Ma non potete. Egli e` il Dio dell'uomo e la sua pieta` e`
uguale per l'uomo rosso e per il bianco. Questa terra gli e` preziosa, e nuocere
alla terra e` coprire di disprezzo il suo Creatore. Anche i bianchi spariranno,
puo` darsi piu`
rapidamente di tutte le altre tribu`. Voi contaminate il vostro letto, e
soffocherete una notte nei vostri stessi detriti"
- C.Bianco di Washington: "Secondo
te, sarebbe quindi cominciata la fine
della vita?"
- Grande Capo Seattle: "Grande Capo Bianco, la fine della vita non e`
che l'inizio della sopravvivenza".