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"In Cristo pietre vive"

INFORMAZIONI SUL TESTO / DOCUMENTO
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  Titolo Documento..........: ADOL95
  Eventuale Revisione.......: 
  Formato di Archiviazione..: PkZip
  Visualizzatori Consigliati: Editor Txt
  Descrizione del Documento.: Cammino d'avvento dal tema "In Cristo pietre vive" 
                              rivolto all'alta squadriglia o al Clan/Fuoco
  Contenuti Educativi.......: Libretto per il cammino d'avvento 
  Quota di Registrazione....:

INFORMAZIONI SULL'AUTORE E SULLA SUA REPERIBILITA'
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  Cognome e Nome..: don Luca Gattoni
  Indirizzo.......: Via Balduzzi, 11
  CAP/Città/Prov.: Alzano Lombardo - 24022 - BG
  BBS di appoggio.: Jamboree
  Nodo ScoutNet...: 1907:391/101.48
  Altro Indirizzo.: 

Eventuale Curatore del/i testo/i:
  Cognome e Nome..: Basilico Rodolfo
  Nodo ScoutNet...: 1907:391/101.34

PRESENTAZIONE

L'idea che sta dietro questo libretto è il senso di un cammino di Avvento fatto nel nostro Oratorio sul tema dell'essere "pietra viva in Cristo".
Tutto ciò ha coinciso per noi con il momento del "restauro" dell'oratorio: è per questo motivo che abbiamo proposto ai ragazzi questo cammino, invitandoli a costruire il nostro oratorio non solo con i mattoni, ma anche con la partecipazione attiva.

Credo che con gli opportuni adattamenti questo libretto possa essere utilizzato anche in ambito scout, come proposta di un cammino continuato di preghiera nel tempo di Avvento (altri tempi liturgici mi sembrano francamente fuori luogo...).  Il ciclo di letture feriali e festive utilizzate è quell'anno dell'anno liturgico "A": tienine conto se consegni il libretto ai ragazzi!

Buon lavoro!

don Luca Gattoni

INCONTRO A CRISTO PIETRA VIVA

Cammino di preghiera per l'Avvento

Carissimo, carissima,
eccoci insieme all'inizio di questo Avvento.
L'Avvento: un momento favorevole in cui accogliere il Dio che viene. Un momento in cui riscoprirsi insieme in cammino, verso colui che è la strada. Un momento in cui rinnovare la gioia, in colui che è la gioia.
Dio bussa alla porta del tuo cuore, chiede che tu gli faccia spazio, chiede che tu predisponga la casa della vita all'ingresso di colui che la riempie tutta. Ma Dio bussa anche alla porta della nostra comunità, per chiederle, ancora una volta, di preparargli un posto accogliente, una casa confortevole.
Ti proponiamo un impegno nel cammino di questo Avvento: essere una pietra viva di questa casa, che è la Chiesa, che anche tu sei chiamato a costruire con ogni uomo e donna giorno per giorno. Non così grandi: non ce n'è bisogno...
Qualche minuto di preghiera, ogni giorno: ecco spiegato il senso di questo libretto.
Con l'augurio che anche la tua vita possa contribuire alla costruzione di una casa per Dio. Sempre più nuova. Sempre più grande.

Buon Avvento!



PRIMA DOMENICA DI AVVENTO

LE FONDAMENTA

Ogni casa che si rispetti ha fondamenta ben solide, su cui possa  poggiare tutto l'edificio. Anche la nostra vita deve avere fondamenta sulle quali poggiare.
Chiediti in questa settimana: quali sono le fondamenta della mia vita?


DOMENICA 3 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Siamo chiamati a raccoglierci sul monte dove c'è il  "tempio del Signore". Ma non si tratta più di Gerusalemme, dove ancora possiamo recarci come pellegrini; si tratta del tempio che è Gesù
stesso.

Dal libro del profeta Isaia (2,1-5)

Ciò che Isaia, figlio di Amoz, vide riguardo a Giuda e a Gerusalemme. Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: "Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri". Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli.
Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra.
Casa di Giacobbe, vieni, camminiamo nella luce del Signore.

IN PREGHIERA

Preghiera per entrare nell'Avvento

Signore Gesù, tu sei colui che viene.
E dove tu arrivi,
uomini e donne sono trasformati,
colmati di fede, d'amore e di speranza.
Noi te ne preghiamo: vieni anche da noi.
Mentre molti corrono dietro
a tutte le futili novità
ed hanno paura di un cambiamento profondo
che instauri una più grande solidarietà e giustizia,
tu vieni a trasformare i cuori e gli sguardi
perchè ognuno impari a vedere nell'altro
non un concorrente da combattere
ma un fratello che si può amare.
Noi te ne preghiamo; vieni anche da noi.
Mentre la tua Chiesa, noi cristiani,
è continuamente tentata di chiudersi
in quelle certezze che alzano barriere,
tu vieni ad abbattere i muri che separano,
per riunire coloro che sono divisi,
ed insegnarci ad annunciare al mondo,
con una sola voce e una sola fede,
che la sua vita, la sua felicità, il suo avvenire
sono racchiusi in te.
Noi te ne preghiamo: vieni anche da noi.


LUNEDI 4 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Fuori di Israele Gesù incontra una fede più grande che in Israele: grazie alla fede avviene il miracolo. In essa si rivela e agisce la potenza di Dio. Fa sempre pensare il fatto che i primi chiamati per la loro incredulità sono sostituiti dagli altri.

Dal vangelo secondo Matteo (8,5-11)

Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: "Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente". Gesù gli rispose: "Io verrò e lo curerò". Ma il centurione riprese: "Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perchè anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa".  All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: "In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli".

IN PREGHIERA

Fallo, Signore

Tu, Signore, che non sei sottomesso a nessuno
e la cui autorità si estende
agli esseri, alle cose e all'universo,
Signore, compi in me dei miracoli!

Sono malato di menzogna e mi trincero dietro parole false
per paura di essere scombussolato dalla verità.
Sono ammalato di pigrizia e mi accontento di guardare
i miei fratelli all'opera che sudano
per paura di essere disturbato nella mia tranquillità.
Dì solamente una parola e guariscimi:
fallo, Signore!

Sono malato di cattiva fede:
trattengo la mia fedeltà, Signore,
non ti dò una fiducia totale,
per paura di non essere esaudito,
perchè non si sa mai con te:
i tuoi modi di fare sono così strani!
Sono malato di cattivo amore:
utilizzo le persone che amo per il mio piacere
e le metto al mio servizio,
riservo il mio amore a coloro che mi amano
e la cui presenza mi rende dolce la vita:
gli altri, quelli che m'hanno ferito,
ad essi volto per sempre le spalle.
Dì solamente una parola e guariscimi:
fallo, Signore!

Sono malato di collera:
guardo il mondo con un cuore acido
e su ognuno riverso il mio astio
storcendo il naso con asprezza,
perchè -è certo- al di fuori di me
tutto è penoso e mediocre.
Dì solamente una parola e guariscimi:
fallo, Signore!

Fallo, Signore, per me!
Ti aiuterò come posso nella mia debolezza,
ma soprattutto con una volontà che non desiste
e con un amore da far sempre crescere.

Entrerà nel tuo Vangelo
e vedrò in esso
le tracce della mia futura, completa guarigione.
Fallo, Signore, dentro di me!


MARTEDI 5 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Non gli orgogliosi ma gli umili accolgono e comprendono il mistero di Gesù, Figlio di Dio, che porta a compimento l'attesa di tutto l'Antico Testamento. In lui troviamo la beatitudine a cui ha aspirato il desiderio degli antichi giusti.

Dal vangelo secondo Luca (10,21-24)

In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: "Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perchè così a te è piaciuto.
Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, nè chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare".
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire
ciò che voi udite, ma non l'udirono".

IN PREGHIERA

Accogliere la tua parola

Sto davanti a te, Signore,
pronto ad accogliere la tua parola...
Lo dico, ma è proprio così?
Le tue parole non scivolano forse su di me
come l'acqua su una tela tesa,
come una pioggia fine su una terra troppo dura
per essere penetrata?
Eppure io conosco bene la tua parola,
forse anche troppo.
Così come conosco le parole dei miei vicini
che ritmano la mia giornata
tanto che non ci faccio neppure attenzione.
Così non distinguo più le inflessioni della loro voce,
non afferro più le sfumature dei loro desideri segreti,
non indovino più gli interrogativi nascosti in certe grida...
Ma allora come potrò mettermi in ascolto di te,
che sei così vicino?

Signore, rendimi più disponibile
alla tua parola e a ogni parola
che bussa alla mia porta.
Fà che io acconsenta a quel
che vuoi far nascere in me,
agli impegni e alle iniziative nuove,
oggi, domani e sempre.


MERCOLEDI 6 DICEMBRE

IN ASCOLTO

"Un banchetto per tutti i popoli" - ossia una comunione,
un'amicizia con Dio -; l'eliminazione della morte; la fine della
sofferenza": ecco l'oggetto della promessa e quindi della
speranza. Tutto questo vale per chi si affida a Dio e lo crede il
Signore della storia, che sa vincere ogni resistenza.

Dal libro del profeta Isaia (25,6-10)

Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la coltre che copriva tutte le genti. Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto; la condizione disonorevole del suo popolo farà scomparire da tutto il paese, poichè il Signore ha parlato.
E si dirà in quel giorno: "Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perchè ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza. Poichè la mano del Signore si poserà su questo monte".

IN PREGHIERA

Salvatore

Salvare, è rialzare chi è caduto, chi si è ferito,
issarlo verso la luce
e lavarlo per toglierli ciò che l'insudicia.

Salvare, è vegliare premurosamente,
nonostante la stanchezza e l'incertezza,
perchè arrivi la guarigione,
è tenersi pronti per intervenire
alla minima richiesta, alla più flebile richiesta di aiuto.

Salvare, è donare la tenerezza
anche quando ogni speranza se n'è andata,
perchè la tenerezza ha il potere di attraversare
le valli terribili della paura e della morte
e far sorgere, fin d'ora,
l'aurora definitiva,
è portare tutto alla propria guancia
come si fa con un bambino che ha paura.

Salvare, è accorrere per trattenere
colui che si avvicina imprundemente
a tutti i gorghi della vita,
è liberare che si è imprigionato in situazioni inestricabili
e si è sottomesso ai poteri del male.

Salvare, è indicare la luce
che permette di attraversare
le zone boscose della vita,
è legarsi con legami d'amicizia
perchè allora si può andare avanti insieme
e si sostiene chi è debole,
è offrire il proprio appoggio, per sempre,
a chi non sa far altro che allontanarsi e perdersi.

Salvare,
è tracciare una croce sul peccato
e dire: "Vieni, ti voglio bene!".
Salvare, è dare del pane
a chi grida di fame,
è donarsi
a chi grida per bisogno di amore,
è arrivare ogni giorno a dire:
"Eccomi! Che devo fare per la tua felicità?"

Mio Signore e mio Dio,
tu che vieni a salvare gli abitanti della terra!


GIOVEDI 7 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Dio abbatte la superbia, e salva invece chi confida in lui: gli oppressi, i poveri, quelli che formano "il popolo giusto che si mantiene fedele". Isaia predica la riuscita dei santi, della Chiesa.

Dal libro del profeta Isaia (26,1-6)

In quel giorno si canterà questo canto nel paese di Giuda: Abbiamo una città forte; egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: entri il popolo giusto che mantiene la fedeltà. Il suo animo è saldo; tu gli assicurerai la pace, pace perchè in te ha fiducia. Confidate nel Signore sempre, perchè il Signore è una roccia eterna; perchè egli ha abbattuto coloro che abitavano in alto; la città eccelsa l'ha rovesciata, rovesciata fino a terra, l'ha rasa al suolo. I piedi la calpestano, i piedi degli
oppressi, i passi dei poveri.

IN PREGHIERA

Sentinella di notte

Siamo della stirpe di Abramo,
eredi, con lui, d'una storia
inaugurata al mattino della fede:
essa riunisce tutti coloro che cercano Dio.

Siamo della stirpe dei profeti,
artigiani come loro d'una storia
rinnovata dalle esigenze della fede:
essa riunisce tutti coloro che annunciano Dio.

Siamo della stirpe del Battista,
interpreti con lui d'una storia
immersa nel battesimo della fede:
essa riunisce tutti coloro che attendono Dio.

Sì. siamo di questa stirpe santa.
La nostra missione: destare una umanità sonnecchiante.
La nostra vocazione: badare alla santità della terra.


VENERDì 8 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Da sempre Maria è stata da Dio immensamente amata; per questo è "piena di grazia". All'annunzio dell'angelo non si ritrae, non diffida. Ascolta il piano divino e si affida alla sua potenza e alla forza dello Spirito di Dio.

Dal vangelo secondo Luca (1,26-38)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si
chiamava Maria. Entrando da lei, disse: <<Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te>>.
A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L'angelo le disse: <<Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine>>.
Allora Maria disse all'angelo: <<Come è possibile? Non conosco uomo>>. Le rispose l'angelo: <<Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio>>.
Allora Maria disse: <<Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto>>. E l'angelo partì da lei.

IN PREGHIERA

Maria

E Maria si levò...
Accettò il rischio dell'incognito:
nove mesi per portare in grembo
quest'umile seme
dell'Altissimo.
Una notte per accoglierlo
tra le sue braccia di madre
felice e fiera.
E poi anni a farsi domande
sul suo ragazzo,
sul giovane carpentiere.
Tre anni in cui perderlo
per le strade della Palestina.
E delle ore atroci di angoscia
a vivere la sua condanna
e il suo supplizio.
La sua risposta l'ebbe
solo in un mattino folgorante.


SABATO 9 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Gesù annunzia il Vangelo. Anzi: lui stesso è il vangelo. Per  questo con immensa compassione  guarisce le infermità e manda i suoi discepoli a portare già i beni del regno: la liberazione del male e la sanità del corpo, indice di quella del cuore.

Dal vangelo secondo Matteo (9,35-10,1.6-8)

Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. Vedendo le folle ne sentì compassione, perchè erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. Allora disse ai suoi discepoli: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!".
Chiamati a sè i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d'infermità. E li mandò con questa ingiunzione: "Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi,
risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date".

IN PREGHIERA

I sette giorni di colui che veglia

Natale è vicino, fra poco sarà Natale!
Attorno a me,
tutto parla della festa che sta per arrivare:
le strade illuminate
le persone piene di fretta
i gesti di generosità
l'impazienza per le feste già annunciate.

Le notti sono sempre più lunghe
e tuttavia gli abitanti della terra
sono desti.
Anch'io attendo il Natale,
anch'io sono impaziente.
è l'Avvento.

Lo so mio Dio: tu vieni verso di me.
Io voglio, Signore: io voglio venire verso di te.
Allora è deciso, questa settimana
io sarò come uno che veglia.

Sabato veglierò con il silenzio e la preghiera.
Domenica veglierò con il sorriso in famiglia.
Lunedì veglierò facendo attenzione al mio lavoro.
Martedì veglierò attaverso i servizi resi.
Mercoledì veglierò con il dono della mia amicizia.
Giovedì veglierò con un gesto di perdono.
Venerdì veglierò diffondendo la gioia.

Vedi, Signore, per tutta questa settimana
io veglierò e cambierò.



SECONDA DOMENICA DI AVVENTO


LE PARETI

Cosa sarebbe una casa senza le pareti? Incapace di stare in piedi, incapace di offrire riparo dal calore e dal freddo, incapace di offrire sicurezza...
Le pareti sono l'elemento essenziale per una casa: sono proprio esse che fanno della casa una casa, un posto dove è possibile accogliere.
Chiediti: come costruisco le mie pareti della mia vita? Sono uno spazio all'interno del quale tutti possono entrare, e qualcosa che mi impedisce di vedere verso l'esterno.


DOMENICA 10 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Il Messia sarà ricolmo dei doni dello Spirito Santo. La sua venuta porterà la pace. è quanto è avvenuto con la nascita di Gesù nel quale abita la pienezza dello Spirito Santo, effuso poi sulla Chiesa.

Dal libro del profeta Isaia (11,1-10)

Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del Signore. Si compiacerà del timore del Signore. Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli oppressi del paese. La sua parola sarà una verga che percuoterà il violento; con il soffio delle sue labbra ucciderà l'empio. Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia, cintura dei suoi fianchi la fedeltà.
Il lupo dimorerà insieme con l'agnello, la pantera si sdraierà accanto al capretto; il vitello e il leoncello pascoleranno insieme e un fanciullo li guiderà. La vacca e l'orsa pascoleranno insieme; si sdraieranno insieme i loro piccoli. Il leone si ciberà di paglia, come il bue. Il lattante si trastullerà sulla buca dell'aspide; il bambino metterà la mano nel covo di serpenti velenosi. 
Non agiranno più iniquamente nè saccheggeranno in tutto il mio santo monte, perchè la saggezza del Signore riempirà il paese come le acque ricoprono il mare. In quel giorno la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa.

IN PREGHIERA

Portare frutto

La fertilità della terra si misura
dalla qualità e quantità di frutti che essa produce.
La terra:
attraverso di lei vengono alla luce tutti i nutrimenti dell'uomo
attraverso di lei sbocciano tutte le capacità della creazione
attraverso di lei vengono generate tutte le forze della vita degli
artigiani.
Siamo noi la terra di Dio: capaci di portar frutto.

Il frutto del dono:
chi dona non si aspetta di essere ricambiato con un grazie.

Il frutto della gioia:
chi arriva alla felicità la distribuisce attorno a lui.

Il frutto della tolleranza:
chi va verso l'altro si arricchisce della sua diversità.

Il frutto della pazienza:
chi sa attendere conoscerà le meraviglie del raccolto.

Il frutto del silenzio:
chi s'allontana dal rumore intenderà la parola venuta da Dio.

Perchè l'uomo non dovrebbe attingere in sè stesso
le risorse e le capacità nascoste e seminate dentro di lui
per trasformarle in atteggiamenti di vita nuova
e farle crescere al sole del Vangelo?


LUNEDI 11 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Gesù rimette i peccati: è segno quindi che egli è Dio, e il miracolo sul paralitico lo conferma. Ogni volta che siamo assolti dal peccato - paralisi dell'anima- si rinnova quel prodigio. Il perdono del peccato è il grande motivo della lode al Signore.

Dal vangelo secondo Luca (5,17-26)

Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni.
Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo
calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. Veduta la loro fede, disse: "Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi".
Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: "Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?".
Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? Ora, perchè sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico esclamò rivolto al paralitico alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua".
Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose".

IN PREGHIERA

Paralisi

Sono come il paralitico, Signore,
incapace di raggiungerti con i miei mezzi.
E la mia paralisi tu la conosci, Signore.
Sono disteso e legato alla mia barella di ogni istante
trattenuto dai legami
della mia agenda e delle cose urgenti
dei miei compiti e del mio lavoro
delle mie ambizioni e del mio denaro
dei miei calcoli e dei miei impegni.
Sono quelle le mie paralisi.

Ma vedi, Signore, sulla tua parola
io mi alzo.
Mi libero dai legami che mi trattengono, uno ad uno,
dall'inerzia e dalla malattia.

Grazie a te, io sto in piedi,.
Ho abbandonato la situazione piatta della mia barella
ed ora ho tutto lo spazio che voglio
per muovermi e vivere.


MARTEDI 12 DICEMBRE

IN ASCOLTO

è finita la schiavitù: per questo si deve rallegrare il popolo esule,  chiamato sulla via del ritorno. Ma il ritorno vero, cui si riferisce la parola di Isaia, è quello del cuore, liberato dalla colpa. E il gregge che si formetà è quello intorno a Cristo pastore.

Dal libro del profeta Isaia (40,1-11)

Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità, perchè ha ricevuto dalla mano del Signore doppio castigo per tutti i suoi peccati>>. 
Una voce grida: <<Nel deserto preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle siano abbassati; il terreno accidentato
si trasformi in piano e quello scosceso in pianura.
Allora si rivelerà la gloria del Signore e ogni uomo la vedrà, poichè la bocca del Signore ha parlato>>.  Una voce dice: <<Grida>> e io rispondo: <<Che dovrò gridare?>>. Ogni uomo è come l'erba e tutta la sua gloria è come un fiore del campo. Secca l'erba, il fiore appassisce quando il
soffio del Signore spira su di essi. Secca l'erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura sempre. Veramente il popolo è come l'erba.
Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda: <<Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sè il premio e i suoi trofei lo precedono. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le pecore madri>>.

IN PREGHIERA

I bagagli del viaggiatore

Che cosa devo portarmi dietro per la strada
sulla quale il Signore mi ha messo
per esservi, in ogni incontro,
un testimone della venuta di un Regno
di pace, di giustizia, di amore?

Innanzitutto un bel pacchetto di fiducia
in Colui che dà significato alla mia vita,
di fedeltà verso Colui che mi accompagna
giorno dopo giorno nel cammino.

Quindi una buona dose di lucidità e di dominio di sè,
per non lasciarmi condurre
nè dai miei desideri inconfessati nè dalle mie viltà,
nè da tutto cio che, intorno a me,
vorrebbe distogliermi dall'amore di Dio,
ma che al contrario io sappia riconoscere i segni dei tempi
e impegnarmi con coraggio nella costruzione
di un mondo in cui ci si ama da fratelli.

E poi anche un bicchiere colmo
di tenacia e di pazienza
perchè io non indietreggi davanti agli ostacoli
che gli avvenimenti o l'egoismo degli uomini
non mancheranno di porre sul mio cammino
ma che dovunque e sempre io difenda la verità
che è fatta di condivisione e di riconciliazione.

Infine, un pane fragrante di amicizia
che nutra la mia fiducia in ogni uomo
per riconoscere in ognuno il meglio di lui stesso
che non domanda altro che di essere stimolato ed incoraggiato.

Il tutto, ben impacchettato dentro una grande tela d'amore,
costituisca un fagotto allo stesso tempo leggero ed utile
dove io possa attingere, di tappa in tappa,
la forza, il coraggio e la gioia
di cui ho bisogno per portare a compimento
la mia missione.


MERCOLEDI 13 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Gesù, con la sua mitezza e comprensione, consola e conforta. Il suo vangelo non è un peso che opprime, ma una grazia che solleva e infonde dolcezza. Occorre il coraggio di accoglierlo e viverlo.

Dal vangelo secondo Matteo (11,28-30)

Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero>>.

IN PREGHIERA

Accogliere l'incomparabile

Levate gli occhi e guardate:
ogni uomo ha questa facoltà
di non restare imprigionato
nei suoi limiti e nel suo peccato.
Queste settimane ci sono regalate
perchè impariamo di nuovo
a preparare un percorso di libertà.
Levate gli occhi e guardate:
se oggi vogliamo incontrarti
dobbiamo lasciare le nostre protezioni,
offrire le nostre vite all'Infinito.
Se oggi vogliamo vivere il Natale
dobbiamo infrangere i nostri orizzonti
e lasciare che il tuo amore invada i nostri cuori.

Levate gli occhi e guardate:
il Santo si piega sulla terra,
Dio, l'Altissimo, vuole stare accanto a noi.
Lui, il Perfetto, viene in questo mondo:
per amarci, Dio si fa uomo.


GIOVEDI 14 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Israele è un <<vermiciattolo>>, una <<larva>>: eppure non deve temere. Dio lo assicura: <<Io vengo in tuo aiuto>>. Egli non abbandona i poveri, quanti si affidano a lui. è liberatore e provvidente. Lo sa chi crede davvero.

Dal libro del profeta Isaia (41,13-20)

Io sono il Signore tuo Dio che ti tengo per la destra e ti dico:  <<Non temere, io ti vengo in aiuto>>. Non temere, vermiciattolo di Giacobbe, larva di Israele; io vengo in tuo aiuto oracolo del Signore tuo redentore è il Santo di Israele. Ecco, ti rendo come una trebbia acuminata, nuova, munita di molte punte; tu trebbierai i monti e li stritolerai, ridurrai i colli in pula. Li vaglierai e il vento li porterà via, il turbine li disperderà. Tu, invece, gioirai nel Signore, ti vanterai del Santo di Israele.  I miseri e i poveri cercano acqua ma non ce n'è, la loro lingua è riarsa per la sete; io, il Signore, li ascolterò; io, Dio di Israele, non li abbandonerò. Farò scaturire fiumi su brulle colline, fontane in mezzo alle valli; cambierò il deserto in un lago d'acqua, la terra arida in sorgenti. Pianterò cedri nel deserto, acacie, mirti e ulivi; porrò nella steppa cipressi, olmi insieme con abeti; perchè vedano e sappiano, considerino e comprendano a un tempo che questo ha fatto la mano del Signore, lo ha creato il Santo di Israele.

IN PREGHIERA

Il sogno che può realizzarsi

Io sogno talvolta un'umanità
formata da uomini e donne senza doppiezza e senza ipocrisia,
senza agressività e senza quell'egoismo che porta alla morte.
La loro parola è solida come una roccia
sulla quale si possono costruire case piene di luce.
Il loro sguardo è chiaro: vi si riflette il Cielo.
I loro pensieri sono limpidi: essi illuminano il cammino.
I loro gesti sono pieni di amore: irraggiano il calore del cuore.

Io sogno un'umanità in cui gli uomini
parlano una lingua nuova: quella dell'amore,
che permette loro di comprendersi,
di indovinare i sentimenti e l'anima dell'altro,
di rispettarlo come si rispetta una Parola e una chiamata di Dio.

Io sogno un'umanità in cui tutti insieme,
la mano nella mano, trasformeranno il mondo,
tanto da radicare il Cielo nella terra
e da aprire la terra verso il Cielo.

Allora tutti comprenderanno
che il pane non nutre la vita se non è condiviso,
che la felicità vera nasce dalla fedeltà,
che l'albero della pace ha per radice la giustizia.

Io sogno un'umanità in cui i credenti,
finalmente riuniti dall'amore esigente del loro Signore,
diverranno di nuovo le mani del Cristo,
che spezzano il pane per tutti gli affamati;
la bocca del Cristo,
che annuncia l'amore di Dio a tutti quelli
che cercano un significato per la loro vita;
i piedi del Cristo, che vanno senza sosta
incontro a tutti quelli che soffrono.
Allora comincerà il Regno di Dio.
E se non fosse un sogno?
Ecco, il Regno di Dio è in mezzo a voi.


VENERDI 15 DICEMBRE

IN ASCOLTO

è possibile chiudere gli occhi sulle opere di Dio, e in particolare su Gesù, la Sapienza incarnata. Questo avviene per la nostra incoerenza e contraddizione, che non sa riconoscerlo.

Dal vangelo secondo Matteo (11,16-19)

In quel tempo Gesù disse: <<In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di
Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono. La Legge e tutti i Profeti infatti hanno profetato fino a Giovanni. E se lo volete accettare, egli è
quell'Elia che deve venire. Chi ha orecchi intenda. 
Ma a chi paragonerò io questa generazione? Essa è simile a quei fanciulli seduti sulle piazze che si rivolgono agli altri compagni e dicono: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo
cantato un lamento e non avete pianto.  E` venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e hanno detto: Ha un demonio. E` venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. Ma alla sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere".

IN PREGHIERA

L'evidenza del cuore

Se non vuoi ascoltare,
la verità più lampante ti lascia sordo.

Se non vuoi comprendere,
i ragionamenti più chiari
ti lasceranno nell'oscurità.

Se non vuoi convertirti,
i miracoli più sconvolgenti
ti conserveranno cieco.

Se non vuoi credere,
i più grandi profeti
per te saranno sempre dei mentitori.


SABATO 16 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Giovanni Battista è il nuovo Elia, ma Gesù constata con amarezza che non è ascoltato, ma rifutato. Egli ha così anticipato la sorte di Gesù stesso, destinato a soffrire.

Dal vangelo secondo Matteo (17,10-13)

Allora i discepoli gli domandarono: <<Perchè dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?>>. Ed egli rispose: <<Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è gia venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, l'hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro>>.  Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista.

IN PREGHIERA

Uno sguardo nuovo

Guardare, è qualcosa di più che vedere.
Guardare significa anche conservare.
Si conserva l'immagine di qualcuno,
si conserva il ricordo di qualcuno.
Guardare vuol dire mettere tutto il proprio essere in azione.
Guardare vuol dire fare la posta all'altro,
attenderlo, spiarlo, sorprenderlo.
Guardare vuol dire offrirgli tutte le possibilità.
Uno sguardo d'amore:
non possiamo neppure immaginare
quanto possa cambiare una vita.
Uno sguardo di odio:
non possiamo neppure immaginare
quanto possa distruggerla.
Ci sono sguardi che destano in noi nuove risorse,
e sguardi che - al contrario - ci gelano.
Ci sono sguardi distratti che ci sfiorano appena.
Ma ce ne sono altri che ci fanno nascere:
sono quelli gli sguardi che non ci giudicano.
Con una sorta di complice simpatia ci dicono:
và, fallo, non aver paura.
Sono quegli sguardi che ci aiutano
a rischiare noi stessi al di là del possibile.
Un pò come lo sguardo di Dio,
un Dio che ama,
un Dio che perdona.
Il nostro sguardo
diviene a sua volta
sguardo di bontà, di tenerezza, di perdono.
Ed eccoci riconciliati con noi stessi,
in pace con gli altri,
trasformati a causa dello sguardo dell'altro.



TERZA DOMENICA DI AVVENTO


IL TETTO

Come una mano avvolgente che offra protezione e sicurezza: il  tetto della nostra casa. Un tetto che ci invita a guardare in alto, oppure che chiude la nostra casa? Che ci apre all'infinito, oppure ci restringe nei nostri limiti angusti?


DOMENICA 17 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Il profeta annunzia la liberazione grazie all'intervento di Dio: il  popolo non sarà più schiavo, ma ritornerà alla sua patria, risanato, rinvigorito, e tutto inondato di gioia.

Dal libro del profeta Isaia (35,1-6.8.10)

Si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa. Come fiore di narciso fiorisca; sì, canti con gioia e con giubilo. Le è data la gloria del Libano, lo splendore del Carmelo e di Saròn. Essi vedranno la gloria del Signore, la magnificenza del nostro Dio.
Irrobustite le mani fiacche, rendete salde le ginocchia vacillanti. Dite agli smarriti di cuore: <<Coraggio! Non temete; ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi>>.
Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto. Ci sarà una strada appianata e la chiameranno Via santa. Su di essa ritorneranno i riscattati dal Signore e verranno in Sion con giubilo; felicità perenne
splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto.

IN PREGHIERA

La rivincita di Dio

Talvolta ci fabbrichiamo delle immagini
di un Dio simile a noi,
un Dio che si vendica,
un Dio che si prende la rivincita.
Non si dice forse qualche volta:
è Dio che l'ha voluto?
Un bambino che muore, è Dio che l'ha voluto.
Una mamma, un papà strappati all'affetto dei loro cari.
Le catastrofi, le epidemie, i virus.
è Dio...
Gli apostoli stessi domandavano a Gesù:
<<Rabbì, chi ha peccato, lui, o i suoi genitori,
perchè egli nascesse cieco?>>.
Si vedeva la punizione di Dio
nella carne degli uomini.
Si iscriveva la vendetta di Dio
dentro le membra straziate, distrutte...

Ora, un giorno, arrivò qualcuno
a cambiare la pietà dei poveri in fierezza.
Arrivò qualcuno
a donare loro un altro sguardo.
Arrivò qualcuno
a restituire agli esclusi la loro dignità di uomini.
Egli è ancora là...
come una luce, come una possibilità offerta,
come una speranza nuova.
Non passate accanto alla occasione fortunata della vostra vita
senza fermarvi.
Ecco il vostro Dio,
è la vendetta che arriva,
Dio ha assunto un volto pieno di amore.


LUNEDì 18 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Un <<germoglio giusto>> spunterà da Davide, e porterà nel mondo la giustizia, cioè la santità di Dio. Tramite il profeta Dio promette così un esodo e una liberazione nuova. La parola di Dio si compirà quando la nostra giustizia sarà Gesù Cristo quando in lui saremo raccolti in unità.

Dal libro del profeta Geremia (23,5-8)

<<Ecco, verranno giorni dice il Signore nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele starà sicuro nella sua dimora; questo sarà il nome con cui lo chiameranno: Signore-nostra -giustizia.
Pertanto, ecco, verranno giorni dice il Signore nei quali non si  dirà più: Per la vita del Signore che ha fatto uscire gli Israeliti dal paese d'Egitto, ma piuttosto: Per la vita del Signore che ha fatto uscire e che ha ricondotto la discendenza della casa di Israele dalla terra del settentrione e da tutte le regioni dove li aveva dispersi; costoro dimoreranno nella propria terra>>.

IN PREGHIERA

Credere in una parola

Nell'oceano delle nostre parole,
nel turbinio dei nostri rumori,
una voce cerca di offrirsi:
quello che dice non è una legge.
Ma quello che mormora è verità.

Signore, tu vieni a svegliarci.
Tu parli per liberarci.
Ci riveli il tuo progetto,
ci offri di partecipare
alla tua venuta, alla tua Presenza.
Venendo a tenderci la mano
tu ti sottometti con pazienza
ai nostri rifiuti e alle nostre esitazioni.
Dona a tutti coloro che chiami
di ascoltarti con fiduci:
allora verrà presto il tuo Regno
in questo mondo.

Entreranno felici
tra la discendenza dei figli tuoi.
Pronuncia le parole che ci impegnano,
le parole del tuo amore, Signore,
allora accoglieremo il nostro Salvatore.


MARTEDI 19 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Grazie a Dio, che vince la vecchiezza e la sterilità, Zaccaria e Elisabetta generano un figlio, Giovanni il Battezzatore. Ricolmo di Spirito divino, austero e penitente, come un nuovo Elia preparerà i cuori alla venuta del Signore, predicherà la conversione. Ma facciamo attenzione al rimprovero dell'angelo
verso Zaccaria: <<non hai creduto>>. Al contrario di Maria, che invece crederà.

Dal vangelo secondo Luca (1,5-25)

Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Ma non avevano figli, perchè Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso.
Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l'angelo gli disse: <<Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, poichè egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino nè bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla  saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto>>.
Zaccaria disse all'angelo: <<Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni>>.  L'angelo gli rispose: <<Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perchè non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo>>.
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: "Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini".

IN PREGHIERA

Dei sogni per Dio

Ci sono tanti di quei sogni che attendono dentro di noi.
Si direbbe addirittura che si accalchino alle nostre porte
per invadere tutto...
Sogni di grandezza e di potenza...
Chi è che non porta nel suo cuore,
desideri di successi folgoranti.
E qualche volta si va ancora più lontano,
si osa addirittura sognare per Dio,
per il suo Regno, per la sua Chiesa.
Ci si perdona facilmente per quei sogni
perchè si tratta di sogni per la gloria di Dio.
Non sogni di grandezza per noi,
ma sogni di grandezza per Dio, e per Dio solo.
Allora ci si lascia andare fino al punto di immaginare
una liturgia, una catechesi,
una morale capace di sedurre,
una Chiesa talmente pura, talmente trasparente,
che tutti desiderebbero entrarvi, aderirvi.
Una Chiesa degna di Dio,
costruita da noi per la gloria di Dio.


MERCOLEDI 20 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Marià è la sorgente del Natale, a motivo della sua umile adesione alla volontà di Dio. Concepisce per opera dello Spirito, che fa di lei il <<tempio della nuova alleanza>>. Infatti Gesù è l'alleanza,
l'amicizia nuova ed eterna tra Dio e l'uomo.

Dal vangelo secondo Luca (1,26-38)

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città' della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: <<Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te>>. A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.  L'angelo le disse: <<Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e
lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine>>.
Allora Maria disse all'angelo: <<Come è possibile? Non conosco uomo>>. Le rispose l'angelo: <<Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio>>.  Allora Maria disse: <<Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto>>. E l'angelo partì da lei.

IN PREGHIERA

Concedimi, Signore, di abitare la terra

Concedimi, Signore, di abitare la terra,
di abitarla con tutto quello che sono,
per tutto quello che so e con con tutto quello che sogno.
Concedimi, Signore, di abitare la terra
con tutta la tenerezza di cui sono capace,
con tutto il coraggio che mi abita,
con tutta la speranza che mi culla il cuore.
Concedimi, Signore, di abitare la terra
con il mio cuore aperto a tutti,
a tutti quelli che non sono come me,
a tutti quelli che non mi rassomigliano,
a tutti quelli che talvolta mi fanno un pò paura.
Concedimi, Signore, di abitare la terra,
con i miei limiti ma anche con i miei gesti di cuore,
con la mia povertà e talvolta con la mia ricchezza.
Concedimi, Signore, di abitare la terra
un poco al modo tuo, come la sai abitare tu.


GIOVEDI 21 DICEMBRE

IN ASCOLTO

L'elogio che Elisabetta fa di Maria è per la sua fede. Tra tutte le donne in maniera singolare Maria riceve la benedizione divina perchè si è affidata totalmente a lui.

Dal vangelo secondo Luca (1,39-45)

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: <<Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore>>.

IN PREGHIERA

La parola si compie

Tu, Gesù, il bambino tanto atteso,
il Figlio di Maria,
tu Gesù, il Cristo inviato, il Figlio di Dio,
sei nato dalla carne dal soffio di Dio.
Grazie a te, è la stessa Parola di Dio
che è venuta fino a noi.

E grazie a Maria,
la nostra parola è giunta
fino all'orecchio e al cuore di Dio.

Prodigiosa incarnazione
in cui la parola di Dio è proclamata
nel linguaggio umano:
in cui la parola dell'uomo si eleva,
e oltrepassa la frontiera tra la nostra umanità e la divinità.

è in un umile villaggio di Galilea
che, grazie a Maria, c'è ormai un'unica
e medesima parola tra Dio e l'umanità.
Dio e l'uomo dialogano con le stesse parole.
Si esprimono allo stesso modo.
Si comprendono con gli stessi gesti
che svelano l'infinita ricchezza della vita quotidiana.
Ormai ne siamo veramente convinti,
ed è grazie a te, che sei nato da Maria, la beata:
Dio e l'umanità sono fatti per intendersi.


VENERDI 22 DICEMBRE


IN ASCOLTO

Maria è Madre per dono del Signore: a lei non appartiene che rendere grazie, per elogiare l'Onnipotente, che guarda l'umiltà, ricolma di beni i poveri, benefica quanti lo desiderano, è fedele alle promesse: tutto questo perchè è misericordioso.

Dal vangelo secondo Luca (1,46-55)

Allora Maria disse: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perchè ha guardato l'umiltà della sua serva.  D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su  quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i  ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,  ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre".

IN PREGHIERA

Basta la stupenda preghiera di Maria, che loda il suo Signore, a  farti riflettere e meditare oggi. Fermati con gioia su queste parole.


SABATO 23 DICEMBRE

IN ASCOLTO

La mano del Signore sta con Giovanni. Egli sarà il precursore del  Messia, e assolverà la funzione profetica di Elia di convertire i cuori e di prepararli al giorno del Signore.

Dal vangelo secondo Luca (1,57-66)

Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: <<No, si chiamerà Giovanni>>. Le dissero: <<Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome>>. 
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta, e scrisse: <<Giovanni è il suo nome>>. Tutti furono meravigliati. In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: <<Che sarà mai questo bambino?>> si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui.

IN PREGHIERA

Il tempo di Dio

Venga, Signore, il tempo,
in cui gli uomini finalmente si incontreranno
come altrettanti fratelli
liberati nel cuore, nei pensieri, nella vita
e in grado di vivere il dialogo, l'incontro, la condivisione.

Venga, Signore, il tempo,
in cui la carità darà una mano alla legge,
una legge rispettosa del cammino di tutti,
che non opprimerà nessuno
perchè sarà vicina al piccolo, al povero, all'umile.

Venga, Signore, il tempo,
in cui Amare non sarà più solo un verbo da coniugare,
ma una realtà acquisita,
al di là degli artifici delle parole,
a forza di braccia e di volontà.

Venga, Signore, il tempo,
in cui la terrà darà frutti
di giustizia, di amore e di pace
che si potranno cogliere
nel cuore di tempi nuovi.

Venga, Signore, il tempo,
della tua gloria, la gloria di Dio,
quella promessa dai profeti e dai santi.
Allora anche noi, mio Dio,
saremo rivestiti, coperti della tua gloria!



QUARTA DOMENICA DI AVVENTO

LA LUCE

La luce: il segno che in casa c'è qualcuno, il segno della vita, del  calore, dell'accoglienza. Cosa sarebbe la tua casa se non vi fosse luce?
Anche tu puoi essere luce per la tua casa: una casa che non è nelle tenebre, perchè è stata rischiarata. La luce vera sta per venire.


DOMENICA 24 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Per virtù dello Spirito Santo Maria concepisce: Gesù, il  Salvatore, è puro dono della grazia e quindi della possibilità di Dio e dello Spirito del suo amore.

Dal vangelo secondo Matteo (1,18-24)

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: <<Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perchè quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati>>. Tutto questo avvenne perchè si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà
chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. 
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sè la sua sposa.

IN PREGHIERA

Giuseppe, l'uomo della fiducia

Non è poi così facile
accettare che la propria fidanzata attenda un bambino
di cui non si è il padre!
"Prima che andassero a vivere insieme"
dice il Vangelo con discrezione.

Dare fiducia a Dio
davanti a questa gravidanza inattesa...
Perchè in fondo anche la spiegazione dell'angelo
- in sogno -
domanda di essere accolta con fede!
La spiegazione non si sostituisce alla fiducia,
anzi, ne chiede ancora di più.
Fiducia in Dio,
ma anche fiducia in Maria.

Ed è a Giuseppe che è affidato il compito
di dare il nome al Figlio di Maria:
"Jeshua" cioè "Dio salva".

Giuseppe non è un ingenuo, anzi, è realista.
Bisogna che questo bambino abbia un nome:
il figlio di Giuseppe, il carpentiere.
Sarà la sua "collocazione sociale",
gli permetterà di essere considerato un bambino
come tutti gli altri
e sua madre non sarà esclusa dalla comunità.

Gli imprevisti ci cadono addosso regolarmente.
Come possiamo chiamarli?
Fortuna, caso, scalogna, destino, tegola in testa,
incidente, iella?

E se, in nome della nostra fiducia,
noi chiamassimo questi imprevisti:
"Dio salva?"



NATALE

DIO VIENE AD ABITARE LA NOSTRA CASA

Adesso la costruzione è completa: l'Ospite è arrivato! Con l'augurio anche per te che la tua casa sia disposta ad  accoglierlo.


LUNEDI 25 DICEMBRE

IN ASCOLTO

Il Natale è la festa della semplicità e della povertà di Dio. Un  Dio che non si sceglie dimore lussuose dove abitare, ma che insistentemente bussa alla porta del nostro cuore, per trovare spazio. Saremo capaci di aprirgli e di accoglierlo?

Dal vangelo secondo Luca (2,1-14)

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse  il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perchè non c'era posto per loro nell'albergo.
C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento, ma l'angelo disse loro: <<Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia>>.
E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: <<Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama>>.

IN PREGHIERA

Natale

è Natale: non dobbiamo più attendere
una luce nel cielo.
Ormai essa abita la nostra terra.
Non cercate più il mondo nuovo al di sopra delle vostre teste:
il mondo nuovo comincia, oggi, quaggiù, raso terra.
In una stalla, sepolta nell'oscurità della notte,
un bambino è appena nato.
E per i piccoli ed i grandi che si avvicinano a lui
un giorno nuovo si è levato,
un giorno che porta a compimento ogni attesa ed ogni speranza;
la gioia esplode nei cuori e nel mondo,
perchè la pace e la vita vengono donate in pienezza
da questo bambino che, dal suo primo grido
e fino all'ultimo respiro.
dà interamente gloria a Dio
amando tutti gli uomini come fratelli.

Noi rendiamo gloria a Dio
e salutiamo questo giorno nuovo
in cui ogni incontro diventa per noi
un invito ad amare;
giorno nuovo in cui respingiamo le tenebre
dell'egoismo e del razzismo,
delle ambizioni divoranti e delle vendette omicide;
giorno nuovo in cui invece di difendere solamente
i nostri interessi
noi siamo disposti ad accogliere come Cristo
- vibranti d'amore -
le innumerevoli invocazioni del mondo.


MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO


L'ANNO NUOVO

LUNEDI 1 GENNAIO

IN ASCOLTO

I pastori tornano dalla grotta e lodano il Signore. La loro vita certamente non è più quella di prima. Anche noi non restiamo sempre al presepio. Ritornando alle nostre occupazioni e condizioni abituali non dimentichiamo quella nascita, quell'innocenza e quell'amore. Come Maria conserveremo nel cuore quegli avvenimenti di Betlemme, per riviverli. I fatti della vita di Gesù devono essere il soggetto più ricorrente e più dolce della nostra memoria.

Dal vangelo secondo Luca (2,16-21)

Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.

IN PREGHIERA

Auguri sull'accoglienza

Per l'anno nuovo non ti auguro
di riuscire in ogni tuo progetto,
ma di ricevere e di accogliere
nel tuo cuore e nella tua vita
giorno dopo giorno, e passo dopo passo,
l'amore di Dio che dà senso all'esistenza.
Non ti auguro di non subire alcun insuccesso,
ma di accogliere come un dono immeritato
la forza che ti permette di restare in piedi
malgrado i pesanti fardelli.
Non ti auguro dei giorni pacifici,
ma la capacità di lasciarti disturbare dagli altri
e di accogliere il diverso come un inviato di Dio.
Non ti auguro di trovar risposta a ogni domanda,
ma di saper ricevere gli interrogativi degli altri,
di portare dentro di te le loro pene,
e i loro conflitti senza soluzione,
per essere accanto a loro un amico solidale,
portatore di pace e di condivisione.



EPIFANIA

L'OSPITE SI RIVELA AL MONDO INTERO


SABATO 6 GENNAIO

IN ASCOLTO

L'Epifania è una festa di luce: una luce che guida a Gesù; una luce che traspare da lui. Lo splendore di una stella attrae a Betlemme genti lontane. Esse sono il simbolo di tutti gli uomini, quindi anche di noi, che vanno verso il Signore guidati dalla fede, e lo adorano.

Dal libro del profeta Isaia (60,1-6)

Alzati, rivestiti di luce, perchè viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poichè, ecco, le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio. A quella vista sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perchè le ricchezze del mare si riverseranno su di te, verranno a te i beni dei popoli. Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Madian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

IN PREGHIERA

Invitare

Vuoi incontrare Colui che è venuto
per salvare tutti gli uomini?
Non cercarlo tra i ricchi e i potenti:
è fratello dei poveri, dei piccoli, degli emarginati.
Non cercarlo là dove brillano le luci
del denaro, del successo e del potere:
è nell'oscurità delle stalle del mondo,
là dove gli uomini soffrono per malattie,
solitudine o angoscia davanti al futuro incerto.
Non cercarlo là dove scorrono giorni piacevoli;
perchè è nei deserti della sete e della fame,
là dove gli uomini lottano per la loro dignità,
per la riconciliazione e per la pace.
Nel cercarlo nel mondo della concorrenza
e del ciascuno-per-sè;
perchè è là dove si rinuncia alle giuste esigenze
per amore della giustizia,
là dove si dona e ci si dona per amore della pace.
Non cercarlo nel tuo cuore agitato:
perchè è nel presepio di una parola di verità,
del pane e del vino,
segni della sua vita donata per te.