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arte del capo

Descrizione del Documento.:  alcune riflessioni sull'arte del capo nell'anno 2009

Contenuti Educativi.......:  uno stimolo alla riflessione e all'approfondimento alla luce dell'esperienza di B.-P. - versione a 3000 battute, pubblicato a 2000 battute su "Proposta Educativa" a pag.51: PE03-2009.pdf

INFORMAZIONI SULL'AUTORE E SULLA SUA REPERIBILITA'
Cognome e Nome..: Marinelli Marino marino222@virgilio.it
Data: Fri, 26 Jun 2009
"Non esistono nel metodo scout strumenti buoni o non buoni, validi o non validi: gioco, ambientazione, canti, simboli, uno sguardo .. possono essere sia strategie vincenti che scelte palesemente sbagliate a seconda di quando e come vengono agiti. "

Ma se questi strumenti del metodo scout sono costanti, noi di anno in anno ci troviamo di fronte ragazzi singoli differenti, a gruppi, "insiemi" che non sono identici a volte neanche per le loro esigenze e i loro bisogni. Di qui la necessità di dover - non certo adattare o svendere - ma "tradurre" gli strumenti del metodo per renderli comprensibili ed efficaci, di dover reinterpretare le modalità della comunicazione e della relazione educativa.

E l'esigenza di calibrare gli strumenti sia sui singoli che sul gruppo - che sul piccolo gruppo: tipicamente la squadriglia - avendo coscienza di non poterli utilizzare tutti al 100% ogni anno, ma con percentuali diverse a seconda della realtà presente.

La competenza, approfondita dalla riflessione anche personale sulle motivazioni, su quello "che sta sotto" il metodo, unita alla sensibilità, all'empatia, all'occhio e all'orecchio del capo, all'attenzione verso i ragazzi, sono le chiavi che ci permettono di entrare, di graduare gli interventi, di scegliere quale può essere l'atteggiamento migliore da tenere in un particolare momento. Può sembrare una situazione di non-coerenza, ma in realtà è un esempio di flessibilità e di adattabilità alle situazioni, ricercando la forma più efficace di azione nel rispetto della particolarità del gruppo e del singolo (dei singoli!) che ci troviamo concretamente davanti.

Questa sensibilità si può imparare, incrementare, allenare. Ma anche creare da zero rovistando nella nostra umanità, nella soffitta o nella cantina del nostro essere. Come pure dimenticare e perdere se non coltivata. Se ad esempio ci facciamo sopraffare dal nostro rumore di fondo senza riuscire a creare quel silenzio interiore che permette di ascoltare davvero.

Nella "cassetta degli attrezzi" del capo ci sono anche i piccoli compartimenti, che contengono quelle piccole cose che determinano il come si fanno le cose, come si crea l'atmosfera giusta, la chimica di gruppo.
Non hanno poca importanza i piccoli accorgimenti, a partire dal tono della voce, dalla postura, da tutto quello che può essere considerato linguaggio del corpo. Quei piccoli trucchi del mestiere che danno profondità alla comunicazione educativa.

Non conviene poi tagliare occasioni per entrare in contatto diretto con i ragazzi e il loro mondo interiore. Per creare quella relazione necessaria a qualsiasi intervento mirato all'autoformazione del singolo.

".. il primo passo verso il successo [nell'educazione] è di conoscere il ragazzo, ma il secondo è di conoscere la sua casa. E' solo conoscendo l'ambiente in cui vive al di fuori delle attività scout che si può sapere che lavoro conviene fare su di lui." (B.-P. "suggerimenti per l'educatore scout")

Marino Marinelli - Livorno_9