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Masci lombardo
ANIMARSI PER ANIMARE

MASCI

 


Milano 1997

cm. 15 x 21 pagine 102

i quaderni di "IN CAMMINO" collana di educazione permanente

 


Indice
Prefazione Introduzione Prima parte - Andare per comunità 1. Guarda lontano e sorridi 2. Chiavi di lettura 3. 1990-1993 “Andare per comunità” 4. Promuovere Animazione Seconda parte - Preparare lo zaino per una nuova impresa. 5. La richiesta di un servizio 6. Il servizio si fa operativo Terza parte - Il progetto 7. L’animazione come cammino verso l’adultità Il progetto in sintesi - Il manifesto di Animarsi per animare Quarta parte - Vieni e vedi 8. Incontri dell’Ora Media: conoscersi per giocarsi 8. 1 Le tappe del percorso 8. l. 1 Primo modulo: conoscersi e decidersi 8.1.2 Secondo modulo: discernere e giocarsi 8.2 I contributi dei componenti della pattuglia 8.3 I contributi esterni 9. Esperienze e testimonianze 10. Conclusioni dei due moduli Quinta parte - Le radici e le ali 11. Ritrovarsi 12. Le radici e le ali 13. Una verifica 14. Animazione e Parola 15. Giocarsi è servire Sesta Parte - Appendici 17. I componenti la pattuglia animazione 18. Bibliografia


PREFAZIONE
Animarsi per animare...
è la storia di un uomo ed una donna che hanno deciso o sono stati decisi, permettettemi questa licenza poetica che allude ad un’ipotesi di vocazione, a vivere un’esperienza di educazione permanente e a raccontarla e, nel raccontarla, a vivificarla attraverso l’incontro con altri uomini e donne.

È la storia di un uomo ed una donna che hanno deciso di offrire a se stessi e agli altri uno spazio per la pensosità dell’adulto plurimo, uno spazio per riprendersi in mano, per scoprirsi abitati da molti io, per provare a riconoscere a ciascuno di essi tutta la dignità e il valore dovuto.

E’ la storia di un uomo ed una donna che hanno scoperto che l’esperienza di appartenenza ad una associazione è completa solo se tiene in equilibrio dinamico l’incrocio fra individuo, gruppo e comunità, se i bisogni dell’individuo sono accolti dal gruppo e dalla comunità e si armonizzano con i bisogni dei soggetti collettivi.

E’ la storia di un uomo ed una donna che vogliono cercare ancora, a dispetto del diritto di sedersi all’ombra dell’acquisito per la lunga esperienza di vita, uno spazio dove la spiritualità sia davvero caratterizzata dalla passione per la vita e per il cammino senza fratture e tradimenti.
E’ la storia di Alberto e Silvana, che certamente marito e moglie, padre e madre, nonno e nonna, adulti scout, impegnati nel volontariato, amici di tutti, sono soprattutto un uomo ed una donna che hanno una vita da raccontare e la voglia di viverla passando da un inizio ad un nuovo inizio.
E’ la storia di due a cui dai credito perché hanno preso sul serio la fatica del vivere e ponendo fede nel Risorto riescono a cantare spesso.

Io non ho un’appartenenza scout alle mie spalle, pur conoscendola e stimandola. Mi sono permesso di entrare in punta di piedi all’interno di questo mondo. Ho provato a offrire un piccolo contributo, cercando di cogliere in che maniera l’animazione, di cui sono un convinto sostenitore, potesse mantenere la sua identità profonda all’interno di un’esperienza di associazione che vive in maniera convinta un proprio modello educativo. Ho trovato nell’esperienza reale e nel testo, che vi invito ad apprezzare per il suo contenuto e per il lavoro che richiama, la capacità di cogliere gli elementi essenziali del metodo in animazione e le sue logiche profonde rielaborandoli funzionalmente all’esperienza e tradizione scout.

La scelta del gruppo, l’apprendere dall’esperienza, la dimensione ludica e simbolica, la facilitazione dell’espressività, l’apertura al territorio, l’accoglienza della persona, sono tutti elementi che hanno trovato spazio per avviare la presa di coscienza da parte dei singoli e dei gruppi delle loro potenzialità, dei loro problemi e della loro soluzione. Proprio in questo tempo preparando dei testi per la formazione degli animatori stiamo riflettendo sull’animazione come percorso di crescita verso l’adultità. Mi pare questa una interessante chiave di lettura per l’esperienza di animarsi per animare. La prima riflessione ha a che fare con il concetto di identità e di adultità.

E’ un’acquisizione recente quella dell’identità concepita come arcipelago e non isola dai contorni precisi e definiti e l’adulto come una rappresentazione sociale in evoluzione. L’idea di adulto non è un dato acquisito per sempre, ma e contrassegnata da instabilità temporale e geografica. Allo schema mentale di identità come approdo coerente e a quello di età adulta come misura e meta dello sviluppo che non prevede ulteriore modificazione, si vanno sostituendo quelli di identità plurima e in continua ristrutturazione e quello di età adulta come tempo del possibile, del trasformarsi, del tornare a crescere. In questo contesto diventa prioritario offrire occasioni in cui l’io possa confrontarsi nella relazione con altri per poter riconoscersi e continuare a crescere.

L’animazione diventa cosi quel processo che, lungi dall’essere preoccupato di condurre in qualche posto predefinito, accetta la scommessa della ricerca e della compagnia nella avventura della crescita, sia che si tratti di giovani che di adulti. Essa fa leva su un metodo coerente con metavalori condivisi e si propone di costruire contesti in cui si possa fare liberamente esperienza della costruzione del senso in uno scambio protetto di racconti, narrazioni ed esperienze di vita. L’animazione vuole offrire contesti di appartenenza in cui sia possibile raccontarsi e riprendendo in mano la propria vita sia possibile riprogettarsi nella tensione ad una vita più piena, più vissuta. Questo mi pare possa essere animarsi per animare: la scelta di accettare la sfida della complessità puntando sulla comunità come luogo dell’incontro di soggetti in ricerca, che riconoscono i propri e altrui limiti e per questo vivono la radicalità del perdono, che intravedono la possibilità del superamento del limite, non solo in un tempo altro, ma nel già del Regno e per questo vivono la radicalità della festa. Questo profumo di utopia che pervade l’esperienza e le pagine di animarsi per animare è ciò che ognuno di noi apprezza nel profondo del proprio cuore anche se non avrà proprio tutto il coraggio per dichiararlo e per viverlo.

Per quello che mi riguarda, resto sulla soglia e respiro a pieni polmoni.
Grazie.
Miki Marmo