Difesa

Folgore: perché bisogna scioglierla

di  Stefano Semenzato*    in "Avvenimenti" n.204 del 24.08.1999   "Avvenimenti - Ultime Notizie, giornale dell'Altritalia"
L'onore militare e lo spirito di corpo sono quell'insieme di valori, di comportamenti, di modi di essere, di pensare ed agire, che si sedimentano negli anni e formano l'identità e per certi versi l'essenza di una formazione militare. Presso i parà, nei reparti della Folgore questa sedimentazione è intrisa di violenza e di sopraffazione, di razzismo e di nonnismo. La drammatica vicenda del parà morto presso la scuola di paracadutismo di Pisa e lo "zibaldone" del generale Celentano hanno riproposto con forza i foschi contorni di questa realtà delle Forze armate italiane.

La stampa e la politica hanno improvvisamente scoperchiato questa situazione evitando però di porsi la domanda fondamentale e cioè se la rimozione dei vertici del corpo sia sufficiente per bloccare il fenomeno. Non si dimentichi che solo l'anno scorso, dopo lo scandalo della Somalia e di episodi di nonnismo era stato cambiato il vertice della Folgore, ma a quanto pare senza esito. La mia convinzione è che in quei reparti vi sia un inestricabile groviglio di violenza che risponde ad un criterio antidemocratico, di separatezza dalla società, di avversione delle istituzioni tale che solo lo scioglimento del corpo, lo scioglimento della Folgore può permettere di risolvere.

Non si può dimenticare che questi sono i reparti che negli anni Sessanta impazzavano per le strade di Pisa all'insegna di slogan fascisti, in uno scontro costante con la cittadinanza e con le forze della sinistra; che la storia della Folgore è caratterizzata da continui casi di nonnismo e dagli episodi di tortura e violenza registrati durante la missione in Somalia. Ed è proprio la commissione Gallo a sottolineare che i comportamenti razzisti e di violenza gratuita erano particolarmente diffusi dentro il corpo. Comportamenti e forme culturali che, sette anni dopo, lo "zibaldone" del generale Celentano puntualmente conferma e propaganda.

Ho particolarmente approfondito questa vicenda perché ho seguito l'indagine conoscitiva sui comportamenti dei contingenti italiani in Somalia condotta dalla Commissione difesa del Senato. Una indagine conclusasi solo due mesi fa con una relazione votata - con la mia opposizione - sia dalle forze di maggioranza che del Polo; varata con il plauso di Alleanza nazionale che ha proposto ed ottenuto solo un mese fa una visita di senatori ai vertici della Folgore per testimoniare l'avvenuta assoluzione parlamentare per le malefatte somale. E invece proprio nella scelta di ritenere normale e persino utile quel tipo di formazione militare sta la chiave interpretativa di quella storia di violenze, di morti, di episodi oscuri che caratterizzano la Folgore. Scelte che appaiono persino paradossali nel momento in cui si parla di missioni umanitarie e sotto un governo a conduzione di sinistra. E certamente la risposta a questo problema non verrà data, come in questi giorni si sostiene, dalla riforma della leva e dalla professionalizzazione delle Forze armate. Avere dei militari di professione invece che di leva servirà magari ad impedire gli scandali e la sollevazione dell'opinione pubblica, così come è avvenuto in questi giorni, ma certo non impedirà quelle scelte di annullamento della personalità e della persona che sono caratteristiche di quel tipo di formazione. Semplicemente le trasformerà in una carica di violenza dirompente pronta ad esplodere alla prima occasione.

* segretario della commissione Difesa del senato