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ANSPI E AGESCI
LE VITE PARALLELE

INFORMAZIONI SUL TESTO / DOCUMENTO
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  Titolo Documento..........: ANSPI e AGESCI: le vite parallele____________
  Formato di Archiviazione..: ASCII____________________
  Descrizione del Documento.: Articolo pubblicato su Avvenire (4/9/99) che_
                              traccia un parallelo fra AGESCI e ANSPI______
                              (Associazione Nazionale S. Paolo per oratori_
                              e circoli).__________________________________
  Contenuti Educativi.......: Una interessante riflessione sul nostro______
                              cammino percorso dallo Scautismo Cattolico___
                              in oltre 80 anni.____________________________


INFORMAZIONI SULL'AUTORE E SULLA SUA REPERIBILITA'
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  Cognome e Nome..: Pedretti Carlo____________________________________
Eventuale Curatore del/i testo/i:
  Cognome e Nome..: Marino Marinelli__________________________________
  Nodo ScoutNet...: 1907:392/102
"La morte e la sofferenza fanno parte della vita, sono elementi su cui devo ragionare, li devo interiorizzare". Cosi` Edo Patriarca, presidente dell'Agesci, al convegno nazionale di studio "L'Anspi risposta integrale al disagio giovanile" (Tirrenia 13 aprile 1997), nella tavola rotonda in cui ha raccontato la sua esperienza di docente nella scuola statale, di promotore del centro giovanile "Inchiostro" di Carpi insieme al presidente zonale Anspi don Nino Levratti, e soprattutto come testimone della lunga militanza nell'Agesci.
Tra le sfide educative, Patriarca citava la "perdita di memoria storica" e quindi l'urgenza di "un ritorno al passato" come "un grande investimento in speranza, in un contesto culturale percorso da un pessimismo e da un deficit preoccupante di progettualita`". Nell'ora della prova, la solidarieta` tra Anspi e Agesci riemerge piu` stimolante che mai, anche se il cammino ufficiale delle due Associazioni parallele e` scandito da date diverse: l'Agesci, infatti, e` stata fondata nel gennaio del 1916, mentre l'Anspi nel luglio del 1963. Non si deve, pero`, dimenticare che gli Oratori italiani, maschili e femminili, in molte regioni precedono di secoli o decenni l'importazione dello scautismo in Italia, e che il "vivaio" della sua piantumazione e` quasi sempre stato un Oratorio o un Circolo giovanile in cui operava la Societa` della Gioventu` Cattolica.
Azione cattolica, Oratori e Scautismo crescono insieme sino alla grave crisi degli anni Venti/Trenta, cioe` allo scontro con il fascismo che usa la tattica della carota e del bastone: "Da un lato la rottura con la politica ecclesiastica del laicismo liberale, e quindi le (ipocrite) misure di restaurazione religiosa; dall'altra la violenza contro le istituzioni e i circoli cattolici" (M. Sica), in particolare gli Oratori che ospitano la Gioventu` cattolica e i riparti Scout.
Parallela la cronaca nei mesi della Resistenza e nei giorni della Liberazione, quando gli Oratori diventano centri operativi del "vento del Nord" e le Aquile Randagie di Milano riprendono libere il loro volo.
Alla vigilia del Concilio ecumenico vaticano II, un gruppo di animosi direttori di uffici catechistici italiani intuisce che uno dei capitoli portanti dell'aggiornamento pastorale e` il rinnovamento degli Oratori e dei Circoli, aperti alla "massa giovanile nella sua totalita`" di una comunita` parrocchiale, come dira` Paolo VI nel discorso ai promotori dell'Anspi il 23 gennaio 1964. In quel discorso papa Montini ha tracciato un limpido quadro dei rapporti tra Oratorio e altre aggregazioni, sottolineando la natura dell'Oratorio paragonato a un "bacino di coltura" di altre associazioni che danno ai propri aderenti una formazione specializzata rispetto a quella basilare, cioe` comune, tipica dell'Oratorio. E per questa ragione profonda che tra istituzioni oratoriane e scautismo non e` mai insorta alcuna vertenza e si profila un futuro ricco di auspicate intese mediante un "patto interassociativo" che, nel pieno rispetto delle singole competenze, possa giovare a quelle dimensioni politiche e missionarie che caratterizzano le due associazioni. Percio` l'Anspi guarda con estremo favore ai nuovi orientamenti educativi dell'Agesci, consapevole che il metodo scautistico privilegia ispirazioni originarie protese alla educazione integrale.
Se l'Oratorio, con il suo geniale empirismo, risponde alle prime istanze aggregative e ludiche di tutti i fanciulli, ragazzi, adolescenti e giovani della comunita` parrocchiale, il Gruppo scout, con la sua felice sperimentazione organica, promuove livelli piu` elevati di formazione favoriti anche da uno stile di vita che tende alla totale autodisciplina giovanile.
Lo Scautismo, mentre da una parte trae vantaggio dall'esistenza attiva e diffusa di Oratori aggiornati secondo le esigenze di tutte le agenzie educative (famiglia, scuola, parrocchia, societa` civile), dall'altra, con i suoi piccoli Gruppi puo`aprire la strada a una rinnovata attenzione all'Oratorio, specialmente nei quartieri periferici delle nuove residenze urbane in cui il dialogo con la gente e` tutto da inventare.
Queste linee pastorali, purtroppo non sono neppure accennate in alcuni recenti Sinodi italiani, che fanno un gran discorrere di pastorale giovanile, ma dimenticano questi strumenti collaudati quali sono l'Agesci e l'Anspi, pronte a collaborare con l'Azione Cattolica e con il variegato mondo del volontariato educativo. Nella strenua difesa, oggi e domani come ieri,  nella liberta` sempre minacciata da ricorrenti egemonie. Chi ha orecchi da intendere, intenda.

CARLO PEDRETTI
Segretario generale ANSPI
(Associazione Nazionale S. Paolo per oratori e circoli)

Tratto da "Avvenire" sabato 4 settembre 1999 pagina 6